Acqua di RO, (Reverse Osmosis) e sali.

Di che acqua abbiamo realmente bisogno nei nostri acquari?

Perché continuiamo e ci ostiniamo a consigliare a tutti, di preparare l’acqua dei nostri acquari, preparandola sempre e soltanto a partire da un’ottima acqua di RO, (Reverse Osmosis), ricostruita con i sali appropriati?

Molto semplice, perchè vogliamo sapere cosa c’e esattamente nella nostra acqua, ma sopratutto perchè non vogliamo avere nulla di più di quanto in realtà ci serve.

Analizziamo le cose:

Partiamo da un presupposto, e precisamente che alle nostre piante acquatiche ed ai nostri pesci servono principalmente questi elementi basilari, vediamo quali:

Ossigeno, Carbonio, Idrogeno, Potassio, Azoto, Calcio, Cloro, Magnesio, Zolfo, Fosforo, Ferro, Manganese, Zinco, Boro, Rame, Molibdeno, Nickel, 17 elementi in tutto.

Poi consideriamo che qualsiasi altro elemento deve essere ritenuto, oltre che non necessario, potenzialmente dannoso.

In modo particolare il:

– Cobalto: per il suo ruolo indispensabile per la crescita delle alghe Blu-Verdi (Cianobatteri)

– Silicio: per il suo ruolo indispensabile nella crescita delle alghe Silicee (Diatomee)

– Vanadio: Per la sua alta affinità per i chelanti, con conseguente destabilizzazione delle miscele di microelementi chelati.

– Alluminio: Per la sua alta affinità per i chelanti, con conseguente destabilizzazione delle miscele di microelementi chelati.

– Sodio: per la sua capacità di venire assorbito al posto del Potassio, pur senza poi poterlo rimpiazzare del tutto nel metabolismo della pianta (In acquario non si coltivano piante con metabolismo di base di tipo CAM o C4).

Cosa e come sappiamo tutto ciò, semplice, perchè sappiamo ormai da tempo che tutti gli esseri viventi hanno delle necessità peculiari circa le quantità e le proporzioni reciproche degli elementi nutritivi a loro indispensabili.

Le piante non fanno eccezione per quanto riguarda l’assorbimento e l’utilizzazione dei minerali a loro indispensabili.

Ci sono ovviamente delle variabilità tra le varie specie, all’interno della singola specie in funzione del diverso grado di sviluppo e di vari altri parametri; ma il concetto rimane invariato.

Generalmente per conoscere queste quantità e proporzioni si effettua l’analisi del cosiddetto “residuo secco”, ovvero si considerano dei campioni di pianta da analizzare, si elimina l’acqua riducendo il tessuto in cenere e si analizza il contenuto minerale delle ceneri.

Analizzando dunque la composizione delle piante acquatiche, relativamente ai 17 elementi considerati indispensabili, e rappresentando questi in ordine decrescente espresso in percentuale si ricava una lista siffatta: (*).

 

Ossigeno 430000 ppm
Carbonio 420000 ppm
Idrogeno 60000 ppm
Potassio 30000 ppm
Azoto 22000 ppm
Calcio 12000 ppm
Cloro 10000 ppm
Magnesio 3700 ppm
Zolfo 3500 ppm
Fosforo 3000 ppm
Ferro 500 ppm
Manganese 200 ppm
Zinco 100 ppm
Boro 35 ppm
Rame 13 ppm
Nickel 2 ppm
Molibdeno 1 ppm

(*) La lista sopra è una media derivante dallo studio della letteratura a riguardo e da un numero molto elevato di analisi effettuate su varie decine di specie piante acquatiche provenienti dai loro biotopi naturali ed in coltura.

Nonostante come detto ci sia una buona variabilità (in funzione della specie, del ciclo vegetativo, della stagione, della porzione di pianta analizzata, della composizione chimica dell’acqua etc. etc.), i dati provenienti dalle piante acquatiche in buona salute sono abbastanza coerenti con la lista su esposta.

Ovvero, le piante acquatiche, per mantenersi e presentarsi in ottima salute, devono avere una composizione interna, con rapporti tra i vari elementi nutritivi, che si avvicini molto a quella esposta sopra.

Questo indubbiamente rappresenta un importante riferimento per chiunque si approcci alla loro coltivazione!

Anche se va detto che la tabella sopra, che rappresenta la composizione interna delle piante acquatiche, in generale non si traduce direttamente nella composizione dell’acqua di coltura.

E questo è vero in particolare per i microelementi che vengono spesso introdotti in acqua sotto forma di composti cosiddetti chelati.

Ecco quindi in breve la premessa di quanto è, e sarebbe necessario che chiunque abbia voglia di dedicarsi seriamente all’acquariofilia, dovrebbe cercare di comprendere sin da subito, prima ancora di acquistare il suo primo acquario.

Decidere infatti, la sua dimensione in funzione dell’eventuale impianto di osmosi inversa da acquistare, o di quanta acqua settimanalmente gli occorrerà reperire nei negozi del settore con tutti i problemi del caso, è una delle prime cose da pensare e programmare.

Le differenze e le particolarità, geologiche ed orografiche dei vari continenti:

 

elementi della crosta terrestre

 

O 46,6% – Si 27,7% – Al 8,1% – Fe 5,0% – Ca 3,6% – Na 2,8% – K 2,6% – Mg 2,1%

Sono qui sopra elencati gli otto elementi più abbondanti nella crosta terrestre. L’ossigeno, che è l’elemento predominante, rappresenta da solo circa la metà della massa totale e si trova per lo più combinato con il silicio, il secondo elemento per abbondanza.

Se l’elenco fosse prolungato, si avrebbe al nono posto il titanio, quindi idrogeno, fosforo, bario e stronzio.

Vari elementi metallici, comunemente utilizzati per numerosi prodotti industriali, come il rame, il piombo, lo zinco e lo stagno, sono presenti nella crosta terrestre soltanto in percentuali estremamente basse.

(Immagine e descrizione ripresa dal sito eniscuola.net)

Ma cosa sappiamo di più di queste informazioni generiche di base…

Che ogni continente, ogni paese, ogni isola ogni valle o montagna presente sulla terra, ha delle grandi differenze geologiche se confrontate tra loro.

A noi è toccato un territorio che in modo pesante è formato da rocce ricche di carbonati direi più una tavola di marmo che altro e di conseguenza quello che ci tocca e quello che esce dai rubinetti della rete non va bene, perché decisamente diversa chimicamente parlando, da quella del Sud america o dell’Asia, per non parlare poi del Giappone.

 

(cartina geologica Italiana reperita sul sito meteoweb.eu)

 

Scopriamo che cosa c’è nell’acqua che esce dai nostri rubinetti di casa:

Scoprire questi dati, non è in sé così complicato come si può pensare, e sufficiente collegarsi al sito del gestore locale dell’acqua potabile per poter avere accesso alle analisi periodiche di legge che vengono effettuate e pubblicate e rendersi conto del tutto.

Parte che l’aggiornamento costante non ha una certificazione precisa così come i tempi di pubblicazione dalla analisi fatta, ma il problema è che i valori indicati come massimo valore consentito, sono valori a termine di legge, e non so chi si ricorda il problema avuto nella piana vercellese decenni fa con l’Idrazina che inquinò le falde stesse…. Il problema venne aggirato semplicemente elevando il valore legale allora valido.

Ora prendiamo in esame le tabelle delle analisi della nostra acqua potabile, ma facciamolo ricordandoci che non dobbiamo berla noi o farci di cucina, ma dobbiamo pensarla se idonea alla coltivazione delle nostre piante ed al mantenimento dei nostri animali che ospiteremo o già ospitiamo.

Cosa leggiamo e quanti elementi sono presi in esame:

I dati non saranno del tutto completi, in quanto i parametri che vengono presi in esame, è quanto serve a valutare quanto può far male a noi e quanto invece può andar bene, quindi non stupiamoci più di tanto di questa cosa, ma in quelle più articolate e ricche di dati troverete presenze di elementi assolutamente a noi inutili e pericolosi, ed è da qui che deriva il sempre verde consiglio di utilizzare solo acqua di RO ricostruita e non tagliata con acqua di rete, perché comunque, poco o tanto andrete comunque ad inserire in vasca degli elementi che si sa, non andare bene, o che quanto meno non vogliamo avere presenti nemmeno in traccia.

Le eccezioni che confermano le regole del gioco:

Ovviamente poi, ci sono anche in Italia delle piccole realtà, delle particolari zone dove l’acqua della rete sgorga quasi priva di sali, per niente inquinata da elementi chimici inadatti, ma sono di per se, delle vere rarità, che credo si possano circoscrivere a piccole ed isolate zone di montagna, e che per questo comunque non si possono prendere in esame, beato chi abita in quei luoghi, ma non è una regola che si possa estendere all’intero territorio.

Vorrei che consideraste un fatto importante, ed è che solo nel territorio della Città di torino, su 14 elementi misurati, non ne troviamo uno identico tra le varie captazioni, e questo la dice lunga…

Tirando le somme ecco le conclusioni:

Mi limiterò ad esprimere il mio pensiero etico e morale con cui vivo questa passione, ponendovi delle semplici domande oggettive:

Possiamo dire che la nostra acqua di rete è assolutamente idonea da sola, a garantire, non la sola sopravvivenza, ma bensì la qualità della vita a pesci e piante tropicali?

Possiamo affermare che la si può tagliare con un po’ di acqua di RO per renderla tale?

Utilizzando solo o in parte acqua di rete possiamo essere certi di cosa ci saremo portati in vasca?

Siamo così certi che i risultati che a volte si vedono raggiunti, da chi la pensa diversamente, risponda in toto alla prima necessità espressa nella prima domanda?

In tutta franchezza penso di poter dire di no!

L’impiego di sola acqua di RO ricostruita a necessità, ci garantisce queste condizioni per me imprescindibili?

Chi ha voluto crederci e provare, ha notato e visto variazioni sensibili e miglioramenti nella vita del suo acquario?

Possiamo affermare in modo certo che l’impiego di sola acqua di RO ricostruita ci mette al sicuro da gran parte dei problemi in un acquario?

Con altrettanta franchezza penso di poter dire di si!

Ora tocca a voi fare le vostre scelte, ma vorrei ricordarvi una cosa importante, un principio che non deve mai essere dimenticato.

Decidere di avere un acquario, è un impegno, non ci giriamo intorno. Noi dobbiamo saper garantire in qualsiasi momento a quanto alleviamo, coltiviamo ecc, le migliori garanzie di Vita, e non di sopravvivenza. E’ un impegno di carattere etico e morale che deriva dalla nostra consapevolezza.

Solo in questo modo potremo definirci dei veri appassionati acquariofili consapevoli… ora la scelta sta a voi, perché in fondo l’importante come sempre è saperlo…

 

 

Per approfondire l’argomento:

 


 

 

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