Celestichthys margaritatus: la rasbora galaxy

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Celestichthys margaritatus: la rasbora galaxy

Celestichthys margaritatus, rasbora galaxy,
Celestichthys margaritatus, fotografia di Arcangelo Trematerra

Nome: Celestichthys margaritatus
Regno: Animalia
Phylum: Cordata
Classe: Actynopterigii
Ordine: Cypriniformes
Famiglia: Cyprinidae
Sinonimi: Rasbora galaxy, Microrasbora galaxy, Danio margaritatus.

pH: 6.0-7.5 (biotopo 7.3)
GH: 5-12 °dGH
Temperatura: 20-24 °C
Dimensioni massime: 2.5-3 cm
Alimentazione: onnivoro

Provenienza:

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Introduzione e biotopo

Il Celestychthys margaritatus, sinonimo di Rasbora galaxy o Microrasbora galaxy o Danio margaritatus, è un pesce entrato solo di recente (2006) nel mercato acquariofilo. Pesce di dimensioni estremamente piccole, al massimo 2.5-3 cm, proviene dalle zone montane con altezze superiori a 1000 metri sul livello del mare in Myanmar (Birmania), ad ovest della Tailandia, in grandi regioni alluvionali di acqua chiara e ricca di vegetazione vicino alla città di Hopong.

Celestichthys margaritatus habitat
L’habitat del Celestichthys margaritatus, nello stato dello Shan, in Birmania (Myanmar)

Sebbene la regione sia completamente coperta d’acqua, questa difficilmente supera la profondità di 30 cm, l’acqua è generalmente poco mossa e di temperatura non eccessiva: si tratta infatti di un pesce molto sensibile alle alte temperature e soprattutto agli sbalzi, ed è consigliabile non alzare mai la temperatura dell’acquario oltre la soglia limite dei 25 °C, anche se l’optimum si raggiunge a 22-24 °C.

Le piante presenti nel suo luogo di origine sono della famiglia delle Hydrocharitaceae, principalmente appartenenti ai generi Egeria, Elodea, e Blyxa.

Nello stesso biotopo convivono anche altre specie di pesci, come il Devario sondhii, la Microrasbora cf. rubescens, alcuni cobitidi non ancora meglio identificati e il Channa harcourtbutleri.

Storicamente questo tipo di pesce è stato pescato soprattutto per scopi alimentari, ma dopo l’introduzione nel mercato acquariofilo i pescatori hanno intensificato particolarmente le quantità pescate a causa dell’aumento del profitto, il che ha messo la specie a rischio di estinzione in natura. Fortunatamente, però, la relativa facilità con cui il Danio margaritatus si riproduce, unita ad alcune misure restrittive sul commercio di questi pesci pescati in natura da parte del governo Birmano fanno in modo tale che la maggior parte degli esemplari in vendita ormai siano di allevamento.

Descrizione e dimorfismo sessuale

I maschi hanno una colorazione dal grigio al blu-verde su tutto il corpo, punteggiato da macchie di colore giallo, e due strisce di colore arancio-rosso che corrono sulla parte inferiore del corpo e su tutte le pinne, eccetto  le pettorali.

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Un esemplare maschio di Celestichthys margaritatus, fotografia di Jacopo Bavastro

Le femmine, abbastanza simili, presentano una colorazione più tendente al grigio su tutto il corpo, leggermente più arrotondato, e delle macchie che tendono più al color crema che al giallo carico, le strisce arancioni risultano essere più chiare anch’esse e meno estese.

Celestichthys margaritatus, Rasbora Galaxy, Danio margaritatus
Un esemplare femmina di Celestichthys margaritatus. Notare la differenza di colore con il maschio. Fotografia di Arcangelo Trematerra.

Allevamento

Nonostante le piccole dimensioni raggiunte dagli esemplari, la dimensione minima della vasca non dovrebbe mai essere inferiore ai 45 x 30 cm per una colonia di 8-12 esemplari: i maschi tendono infatti a definire un territorio e a dare vita a delle vere e proprie “lotte” testa contro coda. Sebbene difficilmente qualcuno dei contendenti si faccia male, in spazi ristretti può causare uno stress non indifferente ad entrambi.

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Sebbene i maschi tendano a definire un proprio territorio, il Celestichthys margaritatus è un pesce dal carattere parecchio timido e l’acquario, come abbiamo già avuto modo di anticipare durante la descrizione del biotopo, deve prevedere un fondo scuro ed una folta vegetazione e anfratti dietro i quali gli esemplari possano andarsi a nascondere. La presenza di questi elementi, come possiamo vedere nel video a seguire, aiuteranno ad aumentare la sicurezza ed a vincere la timidezza tipica della specie:

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L’aggiunta di piante galleggianti può aiutare ancor di più a migliorare questa attitudine. L’acqua non deve essere esageratamente mossa, anche un filtro ad aria corredato di spugna può essere sufficiente allo scopo.

Comportamento in acquario

Si tratta di una specie timida per natura, facilmente esclusa dalla competizione per il cibo da altre specie più grandi e spavalde. Generalmente la presenza comunque di altre specie di dimensioni simili che occupino lo strato superiore dell’acquario, come i Danio choprae, aiuta a ridurre la timidezza: normalmente il Celestichthys margaritatus occupa le zone medio-basse dell’acquario e difficilmente lo si vede risalire fino in superficie.

Sebbene sia un pesce gregario per natura, preferisce distribuirsi per tutto l’acquario e dividere il “territorio” a disposizione tra gli esemplari maschi piuttosto che creare un unico banco compatto. Come anticipato, i maschi tendono a combattere durante le ore diurne per il territorio, e non è raro osservare qualche occasionale pinna morsa tra i maschi, ma l’aggressività non viene mai espressa

Altri piccoli ciprinidi come il succitato Celestichthys choprae o dei Microdevario sono dei compagni di vasca adatti, così come probabilmente potrebbero esserlo alcune specie di Dario. Un Betta splendens convive senza problemi con la specie.

Il Celestichthys erythromicron, sebbene sia un compagno di vasca ideale, è da sconsigliare dato che le due specie potrebbero ibridizzare.

Si tratta di un predatore bentonico e la convivenza con Caridine in grado di riprodursi è da non considerare, dato che prederebbero le larve.

Il gruppo dovrebbe comunque essere formato da 20 o più esemplari, dato che l’elevato numero tende a far superare la timidezza tipica della specie e a far mostrare una colorazione più viva sia del corpo che delle pinne.

Particolare attenzione deve essere posta nell’ambientamento dei pesci in vasca, data la particolare facilità con cui questa specie soffre di embolie gassose: prima di introdurre un gruppo in acquario sarà bene chiudere momentaneamente la bombola di anidride carbonica, se presente,  spegnere eventuali apparecchiature elettrolitiche come il Twinstar e movimentare un po’ il pelo dell’acqua, se possibile. Se tali accorgimenti non fossero adottati, sarà facile osservare all’inserimento la presenza di bollicine di gas sulla cute degli esemplari, spaesamento, perdita di assetto, ricerca di ossigeno a pelo d’acqua. Nei casi più gravi i nuovi esemplari potrebbero distendersi sul fondo e respirare affannosamente prima di morire, o avere delle morti improvvise.

Alimentazione

Celestichthys margaritatus
Il Danio margaritatus in acquario. Fotografia di Jacopo Bavastro

La galaxy non è sicuramente la specie più semplice da alimentare in acquario. Normalmente in natura si nutre di piccoli invertebrati, alghe e zooplankton, e gli esemplari importati dal luogo di origine difficilmente accetteranno il cibo secco. L’acclimatazione dovrebbe avvenire con una dieta iniziale a base di naupli di artemia o dafnie vive, per poi passare al cibo liofilizzato e reidratato e infine al secco. Una buona alternativa al vivo può essere costituita anche dal mangime in umido, che conserva odore e qualità nutrizionali del vivo.

Il cibo secco è bene accettato ma c’è sempre da ricordare che si tratta di un pesce che difficilmente sale in superificie a mangiare e quindi la somministrazione di scaglie o granuli galleggianti non può e non deve costituire l’unica fonte di alimentazione.

Riproduzione

Se i pesci sono in buono stato di salute, la riproduzione in un acquario densamente piantumato avviene senza necessità di alcun intervento esterno, tanto che la prima riproduzione in cattività avvenne nel 2006 in Europa, un paio di settimane dopo la prima importazione.

L’accoppiamento avviene generalmente attraverso una danza molto affascinante tra i due esemplari, con la femmina che depone una trentina di uova attaccandole sotto foglie o legni o tra il muschio, e il maschio che le feconda. Felci o Anubias o muschio del genere Taxiphyllum sono perfetti allo scopo, ma se si vuole migliorare la resa della riproduzione una vasca da 10-15 litri preparata ad hoc e del mop sono molto adatti allo scopo.

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In natura pare che le riproduzioni avvengano durante tutto l’anno, senza alcun evento atmosferico innescante. La schiusa delle uova avviene in genere in 72 ore, a seconda della temperatura dell’acqua, e gli avannotti inizieranno a nuotare nel giro di ulteriori 3-4 giorni.

Gli avannotti andranno alimentati con infusori, parameci, ma anche naupli di artemia o mangime secco della giusta granulometria (5-50µm) saranno adatti.

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