Controllo delle alghe – le basi

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Controllo delle alghe – le basi:

Come prevenire la formazione di alghe in un acquario?

Introduzione

Le varie tecniche di rimozione delle alghe possono essere efficaci, ma non dovrebbero essere il metodo base per mantenere una vasca libera da alghe.

Per avere vasche più pulite e più resistenti alle alghe è importante partire con un buon allestimento. Questo articolo esaminerà le considerazioni chiave per allestire un acquario resistente alle alghe.

Vedremo considerazioni sull’equipaggiamento, sull’età della vasca, sulla quantità di hardscape presente (rocce e/o legni), sulla percentuale di substrato coperta da piante, in sostanza: sulla tipologia di vasca. Infatti le strategie per controllare le alghe in una vasca “in stile olandese” (completamente piantumata) sono molto diverse da quelle da adottare per una configurazione Iwagumi (scarsamente piantumata).

Esamineremo i principali fattori che determinano la presenza di alghe in un acquario e, in aggiunta, esamineremo alcuni esempi di acquari.

Due stili molto diversi di vasca, ma in ognuno si possono tenere a bada le alghe se si progetta correttamente. Cominciamo dal primo fattore: le piante sane sono naturalmente resistenti alle alghe.

 

1. Le piante sane sono resistenti alle alghe, le piante malate le attraggono

Le piante sane che ricevono nutrienti, luce e carbonio sufficienti in un ambiente favorevole, producono sostanze chimiche antibatteriche che impediscono ai patogeni e alle alghe di attaccarle. Le piante malate non ricevendo ciò di cui hanno bisogno, canalizzeranno l’energia per difendere le foglie più nuove ma subiranno un rapido deterioramento delle foglie più vecchie. Si nota spesso che quando le alghe attaccano una pianta, colpiscono prima le foglie più vecchie, mentre le foglie nuove rimangono luminose e pulite.

Gli apici delle piante a stelo che crescono vicino alla parte superiore della vasca ricevono un’enorme quantità di luce. L’intensità luminosa a questo livello misura oltre 400 µmol di PAR [v. note in appendice]. Tuttavia, si nota come queste piante rimangano libere dalle alghe nonostante i livelli di luce molto elevati. Se la luce da sola fosse la causa delle alghe, allora le parti superiori delle piante sarebbero le più colpite, ma non è così. Le piante sane sono naturalmente resistenti alle alghe.
Le piante malate che sono carenti di nutrienti tendono ad avere una crescita pallida che spesso attrae le alghe. Questa vasca probabilmente riceve molta meno luce della vasca sopra, ma una cattiva salute delle piante porta con sé problemi di alghe, anche quando si usa poca luce.

La buona salute delle piante è una priorità

Coltivare piante sane sembra un concetto semplice, ma comprende molti aspetti. Come linea base, tutte le piante hanno bisogno di una fonte regolare di nutrienti, carbonio e luce per crescere bene. Il sito 2hr Aquarist ha pagine dettagliate per ogni aspetto principale: Nutrienti, Carbonio e Luce. Li chiamiamo: i 3 pilastri della crescita delle piante.

Ma queste non sono le uniche variabili che possono influenzare la crescita delle piante: la cura, la maturità biologica complessiva e la stabilità della vasca, svolgono tutte il loro ruolo. Va considerata anche la selezione delle piante. Alcune specie hanno bisogno di più luce o più nutrienti rispetto ad altre, alcune crescono molto meglio con l’iniezione di CO2 mentre altre possono essere coltivate facilmente in anche vasche low tech. Alcune specie preferiscono l’acqua tenera, mentre altre preferiscono l’acqua dura.

Chi ha avuto successo con alcuni tipi di piante potrebbe avere difficoltà con altri tipi. Le piante a stelo necessitano delle proprie tecniche di coltivazione descritte in questa questa pagina.

Le piante più grandi e robuste (echinodorus, loto, crinum) sono più resistenti alle alghe rispetto alle piante più piccole (pratini e muschi). Le piante a crescita rapida e aggressiva (Hygrophila difformis, grandi piante a stelo) sono più resistenti di quelle a crescita lenta (Microsorum, Anubias, Alternanthera reineckii). A causa del layout e dei modelli di flusso, alcune vasche potrebbero avere alghe localizzate solo in una determinata area. Inserire piante più grandi e robuste in queste aree può risolvere problemi persistenti di alghe.

Specie difficili = più difficoltà nel mantenere una buona salute delle piante = più possibilità di alghe

Le piante con requisiti di crescita più rigorosi sono anche le più vulnerabili alle alghe per definizione, in quanto molti acquariofili potrebbero non essere in grado di soddisfare adeguatamente le loro esigenze (il che le porta a crescere in uno stato di stress). Avere una percentuale maggiore di piante robuste mescolate con un paio di specie difficili, rende più facile la manutenzione generale dell’acquario. Se siete agli inizi evitate di acquistare troppe specie difficili in una sola volta; espandete lentamente la vostra collezione e prendetevi il tempo di comprendere le esigenze di ogni pianta. Se avete problemi persistenti di alghe solo con una certa specie di pianta, passare a qualcos’altro di più robusto è un modo semplice per aggirare il problema. A volte anche cambiare la posizione a una pianta potrà funzionare: la pianta potrebbe aver bisogno di un po’ più flusso o più luce magari disponibili in un altro punto della vasca.

Mescolare piante che preferiscono un’illuminazione intensa (Hygrophila sp Chai) con piante che preferiscono un’illuminazione più soffusa (Anubias white petite) crea molti like sui social, ma è problematico da gestire. Utilizzare un’illuminazione più intensa fa sì che le alghe si riproducano sulle lente Anubias, mentre utilizzare un’illuminazione più bassa non permette alla Hygrophila chai di mostrare tutta la sua bellezza e le farà perdere più facilmente le sue foglie più vecchie.

Adattamento ai cambiamenti ambientali

Ogni volta che i parametri di coltivazione vengono modificati drasticamente, le piante devono utilizzare l’energia per riprogrammare i loro enzimi alle nuove condizioni.

Ad esempio, se una pianta venisse trasferita da una vasca con alti livelli di CO2 a una vasca con livelli più bassi, la stessa incanalerebbe più energia verso proteine ed enzimi responsabili della cattura di CO2 per compensare il calo dei livelli. Mentre la pianta attraversa questa fase di adattamento, dà la priorità alle funzioni critiche, lasciando meno energia per produrre sostanze chimiche antibatteriche difensive.

Sotto stress le piante, generalmente, smetteranno di difendere per prime le foglie più vecchie e meno preziose. Le alghe si riprodurranno quindi opportunisticamente iniziando da queste foglie. Se la pianta si riprende in tempo, spesso le foglie colpite possono riprendersi. Tuttavia, spesso la pianta può scegliere invece di incanalare l’energia nella produzione di nuove foglie, sacrificando quelle più vecchie. Le foglie vecchie, quindi, non guariscono e devono essere rimosse.

Evitare alle piante di subire periodi di stress è importante per mantenere la vasca libera dalle alghe.

In questa vasca low tech mal allestita, le piante non ricevono abbastanza nutrienti e carbonio per sostenere la loro massa vegetale. Incanaleranno quindi continuamente energia per sostenere la nuova crescita (frecce bianche), mentre la parte vecchia avrà sempre un cattivo aspetto poiché la pianta non ha abbastanza energia per difendersi dalle alghe (frecce rosse). Laddove i parametri di base della vasca non sono sufficienti per supportare una buona salute delle piante, le alghe sulle foglie più vecchie non scompariranno mai. La mancanza di carbonio in molte vasche low tech è il motivo per cui gli steli inferiori delle piante sono sempre spogli.
Questo Samolus parviflorus rosso è stato recentemente trapiantato in questa vasca. La pianta produce nuove foglie che si adattano alle nuove condizioni. Queste nuove foglie sono sane e rimangono libere dalle alghe (frecce bianche sopra). Le foglie più vecchie hanno meccanismi ottimizzati per la vasca precedente e la pianta le abbandona: le vecchie foglie deteriorate attirano le alghe.
In soli 20 giorni, la pianta sviluppa un nuovo gruppo di foglie adattate alle nuove condizioni. Finché le condizioni nella nuova vasca saranno mantenute stabili, questa pianta non avrà problemi a mantenere la salute e la qualità delle sue foglie più vecchie.
Rimuovere le vecchie foglie deteriorate dà spazio a nuova crescita. La semplice rimozione delle alghe tramite alghicidi non rimuove i fattori scatenanti di base, ovvero le vecchie foglie deteriorate o i fattori di stress delle piante.
In questo esempio, i livelli di nutrienti nella vasca sono aumentati in modo significativo in un breve periodo di tempo (i livelli di NO3 residuo nella vasca sono aumentati da 1 ppm a 8 ppm in un paio di giorni). L’aumento dei livelli di azoto ha causato la riprogrammazione delle piante per aumentare i tassi di crescita in modo da utilizzare l’azoto disponibile. Proteine di scarto e metaboliti vengono espulsi dalla pianta e le alghe sfruttano queste sostanze per riprodursi sulle superfici delle foglie. Anche se le condizioni di crescita sono diventate più favorevoli, la riprogrammazione a breve termine dei meccanismi interni della pianta provoca la fioritura delle alghe. Questo svanirà quando la pianta riacquisterà la sua salute, tuttavia, a volte possono apparire forme persistenti di alghe. In tali casi, una dose di alghicida è una cura rapida.

La lezione chiave di tutto ciò è che la stabilità è molto importante.
La maggior parte delle piante comuni si adatta a un’ampia gamma di livelli di nutrienti e
di CO2 ma ciò che innesca le alghe è il rapido passaggio tra livelli alti e bassi di
nutrienti o CO2 e quindi l’innesco di uno shock da adattamento.

Quanta massa vegetale?

Ora sappiamo che le piante sane tengono lontane le alghe, ma quanta parte della vasca dobbiamo piantumare per ottenere delle buone difese contro le alghe?

Quando il substrato è piantumato all’80-100%, una massa vegetale sana tiene lontane le alghe. L’obiettivo principale dell’acquariofilo deve essere il mantenimento della salute delle piante assicurando che siano disponibili nutrienti/CO2/luce adeguati ed evitando l’eccessiva crescita mediante regolari potature con reimpianto degli steli più sani. Qui un esempio in cui curiamo una vasca piena di alghe senza alghicidi (usando solo la crescita delle piante).

Grazie alla natura resistente alle alghe delle vasche completamente piantumate,
è possibile utilizzare livelli più elevati di illuminazione e di nutrienti per coltivare
specie vegetali difficili che hanno esigenze maggiori.

Con l’aumentare della massa vegetale, aumentano anche le richieste di CO2 e nutrienti: il compito principale dell’acquariofilo è assicurarsi che la richiesta delle piante venga soddisfatta. La competizione per i nutrienti è maggiore in allestimenti completamente piantumati con molte piante a crescita rapida; il sotto-dosaggio di fertilizzanti in queste vasche si traduce in piante deboli, deterioramento delle parti più vecchie e … alghe.

In 2hr Aquarist, i nostri acquari incentrati sulle piante sono naturalmente resistenti alle alghe grazie all’elevata massa vegetale. Tuttavia, le piante competono anche tra loro per lo spazio. La cura delle piante è fondamentale per mantenere un acquario densamente piantumato che non soffra di sovraffollamento. Tutti gli acquari sopra sono provvisti di impianto CO2 e fertilizzati con APT Complete.

Riepilogo

  • Le piante sane sono resistenti alle alghe, le piante malate attraggono alghe.

  • Una fertilizzazione regolare e l’immissione di una quantità adeguata di CO2 nella vasca sono essenziali per una buona salute delle piante.

  • Le piante possono essere in crescita, ma essere sotto stress o indebolite.

  • Le foglie vecchie e deteriorate “attirano” le alghe e dovrebbero essere tagliate.

  • La stabilità è importante; le piante sono adattabili, ma lo stress di adattamento causa alghe.

  • Il sovraffollamento porta a una cattiva salute delle piante e a una decomposizione più rapida delle parti più vecchie. Potare costantemente: una vasca completamente piena di piante in piena crescita è estremamente resistente alle alghe..

  • Le vasche piantumate all’80-100% sono molto più resistenti alle alghe rispetto a quelle con scarsa vegetazione.

2. Controllo della Luce e dei nutrienti

Nella sezione precedente abbiamo parlato di vasche completamente piantumate che utilizzano la massa vegetale per tenere lontane le alghe; ma le vasche scarsamente piantumate? L’Iwagumi sopra è piantumato per meno della metà e solo con delicati pratini, niente di più. La strategia per tenere a bada le alghe in queste configurazioni è quindi molto diversa dagli esempi completamente piantumati in “stile olandese” visti in precedenza.

Illuminazione e nutrienti, insieme alla CO2, sono i tre principali fattori che influenzano la crescita delle piante negli habitat acquatici. Più forte è l’illuminazione e maggiore è la disponibilità di nutrienti, più rapidi sono i potenziali tassi di crescita. Tuttavia, un’illuminazione intensa abbinata a rifiuti organici o piante stressate, innesca la fioritura delle spore delle alghe.

Una volta che le spore sono fiorite, le alghe che si formano crescono più velocemente avendo livelli di luce e nutrienti più abbondanti. Nelle vasche con un’elevata massa vegetale, che sono naturalmente resistenti alle alghe, l’utilizzo di più luce e più nutrienti nella colonna d’acqua non innesca le alghe perché la massa vegetale compete con le alghe e nega loro spazio per riprodursi. Nelle vasche con poca massa vegetale, non abbiamo l’aiuto della dominanza delle piante quindi dobbiamo ridurre al minimo la proliferazione delle alghe limitando i livelli di luce e limitando determinati nutrienti nella colonna d’acqua.

Quanto è bassa la “bassa luce”?

Vai qui per leggere cosa è il PAR [v. note in appendice]. Al di sotto di 60 µmol di PAR, l’incidenza di innesco di alghe è notevolmente ridotta rispetto alle vasche che hanno più di 100 µmol di PAR. Far funzionare le vasche con hardscape importanti a 40-60 µmol di PAR a livello del substrato, consente all’hardscape di rimanere relativamente privo di alghe. Questo livello di PAR è sufficiente per far crescere la maggior parte delle specie di piante verdi utilizzate per le installazioni Iwagumi, pratini compresi. Contrariamente alla credenza popolare, i pratini non necessitano di molta luce per crescere se i livelli di CO2 sono sufficienti.

L’iniezione di CO2 è efficace anche in vasche a bassa intensa luminosa . L’iniezione di CO2 unita a bassi livelli di luce è una delle combinazioni più stabili disponibili nell’hobby.

Anche senza aumento dei livelli di luce, un aumento della concentrazione di CO2 aumenta notevolmente i tassi di crescita delle piante. Andate qui per leggere il documento di ricerca su questo argomento.

L’Iwagumi sopra usa solo 50 µmol di PAR a livello del substrato per far crescere un pratino. Contrariamente a quanto si crede i pratini non necessitano di molta luce. Specie come l’Eleocharis sp. mini e la Micranthemum tweediei ‘Monte Carlo’ cresceranno con 40-60 µmol di PAR purché i livelli di CO2 siano decenti (almeno 20 ppm). Far funzionare un acquario a 50 o 100 µmol di PAR fà molta differenza quando non si ha la difesa contro le alghe fornita da un acquario densamente piantumato.
Questo acquascape di 120 cm presenta un pratino a livello del substrato, con sabbia e rocce. 40-60 µmol di PAR sono più che sufficienti per consentire alle piante di crescere e diffondersi, ma abbastanza bassi da innescare solo una minima crescita di alghe.

 Guida all’intensità della luce

Questa è una guida all’intensità luminosa appropriata misurata alla superficie del substrato (maggiori dettagli su come misurare nella sezione luce). Usare la quantità minima indispensabile di luce in funzione dello stile della vasca è un modo intelligente per ridurre le alghe.

  • 15-30 µmol di PAR: con questa intensità le piante con basse esigenze luminose (come felci, muschi, Criptocoryne, Anubias, Bucephalandra sp.) crescono bene. Se si coltivano piante sciafile, è utile rimanere in questa gamma.

  • 40-60 µmol di PAR: sufficienti per coltivare qualsiasi comune pianta acquatica verde disponibile in commercio (in abbinamento a livelli ottimali di CO2). Tuttavia, questo lascia spazio a problemi di ombreggiatura in vasche molto piantumate. La maggior parte delle vasche in stile “nature aquarium” e Iwagumi (che non richiedono densità elevata di piante), funzionano bene in questo intervallo.

  • 100-150 µmol di PAR: le piante colorate mostreranno una migliore colorazione e i pratini si svilupperanno molto velocemente all’aumentare dei livelli di luce ma col rischio di maggiori problemi di alghe. La pulizia della vasca e la salute delle piante devono essere mantenute in condizioni ottimali per evitare esplosioni algali. E’ possibile una maggiore densità di impianto per le essenze più esigenti. La maggior parte degli acquariofili esperti può fare bene in questa gamma eseguendo però una manutenzione regolare. Le vasche dovrebbero avere una alta densità di piante per evitare le alghe.

  • 200 µmol di PAR e oltre: i guadagni nella crescita, nella forma e nella colorazione delle piante sono marginali e iniziano a essere superati dalla grande rischio di instabilità rispetto alle esplosioni algali. Queste intensità potrebbero essere utili per indurre una colorazione più forte negli steli più vicini al substrato e per scopi vivaistici ma dovrebbero essere utilizzate solo da acquariofili esperti per mantenere vasche prive di alghe.

La Proserpinaca palustris è una delle poche piante che vede un miglioramento nella colorazione/forma con livelli di luce molto elevati. La maggior parte delle piante colorate/rosse può essere coltivata bene senza una luce così intensa.

 

Durata della luce

  • Minimo 5-6 ore durante l’avvio per ridurre al minimo l’innesco di alghe.

  • 7-10 ore per vasche medie e stabili.

  • 12 e più ore; guadagni marginali nei tassi di crescita delle piante e maggiori possibilità di esplosioni algali. Se si desidera prolungate le ore di illuminazione per scopi di visualizzazione si consiglia di utilizzare luci “lunari” o illuminazione a bassa intensità.

Avere un sistema di illuminazione regolabile offre flessibilità. Cambiare il numero di ore e intensità, utilizzando timer e dimmer, può cambiare notevolmente i risultati.

I timer si collegano alle prese di corrente standard e consentono una facile programmazione degli orari di accensione/spegnimento.

Spostare Azoto e Fosforo nel substrato

Oltre a limitare i livelli di luce, l’altra azione che possiamo fare per ridurre l’attivazione delle alghe è spostare l’azoto e il fosforo nel substrato. Che cosa vuol dire?

Significa nutrire le piante dalle radici con azoto (N) e fosforo (P) attraverso l’uso di un substrato ricco, piuttosto che fornire questi nutrienti attraverso il dosaggio nella colonna d’acqua. Questo ci permette di dosare in colonna un fertilizzante a ridotto o nessun contenuto di N e P.

Nelle configurazioni Iwagumi, l’uso di un substrato ricco, anziché inerte, consente di nutrire le piante per via radicale invece di fare affidamento su un pesante dosaggio in colonna.
Si può certamente tenere un Iwagumi utilizzando molta luce e sostanze nutritive in colonna. Il pratino si diffonderà più velocemente con questa gestione, ma le alghe verdi cresceranno facilmente sull’hardscape.
In questo Iwagumi, usiamo circa 40 µmol di PAR a livello del substrato. Inoltre, forniamo azoto e fosforo solamente dal substrato, utilizzando un fertilizzante in colonna d’acqua privo di nitrato e fosfato (APT 1).

Per le vasche in cui è presente un hardscape limitato ma anche un mix di piante colorate, bisogna trovare un equilibrio. In questa vasca utilizziamo 120 µmol di PAR a livello del substrato. Questa intensità di luce è abbastanza forte da dare una buona colorazione alle piante rosse e una buona densità sugli steli bassi, tuttavia, mantenere le rocce di un bianco brillante è difficile. Utilizziamo anche un soil ricco per spostare N nel substrato in modo da poter dosare meno N in colonna. Dosiamo un fertilizzante che limita l’azoto in colonna d’acqua (APT Complete); i livelli di nitrato per questa vasca scendono a 0 ppm 24 ore dopo il dosaggio.
In questa configurazione, forniamo 200 µmol di PAR a livello del substrato al fine di ottenere rossi più profondi e crescita più densa. L’elevata massa vegetale della vasca difende l’ambiente dalle alghe: notare come la maggior parte del substrato sia coperta dalle piante. In tali vasche ci preoccuperemo di più dell’esaurimento dei nutrienti: con il dosaggio regolare di fertilizzante in colonna e l’uso di un substrato ricco impediremo ai livelli di nutrienti di scendere a zero.

 

Riepilogo

  • L’uso del minimo indispensabile di luce riduce al minimo gli sviluppi di alghe.

  • Se non si coltivano piante colorate, rimanere tra i 40-60 µmol di PAR rende la vasca molto più facile da gestire.

  • Se si utilizza un PAR molto alto (150 µmol a livello del substrato), è necessaria una massa vegetale molto elevata per una vasca resistente alle alghe.

  • Nutrire le piante con N/P per via radicale usando un soil ricco consente di avere meno N/P nella colonna d’acqua. Avere meno N/P in colonna riduce l’incidenza delle alghe in vasche scarsamente piantumate.

  • L’uso di un soil ricco impedisce alle sostanze nutritive di andare a zero in una vasca densamente piantumata.

3. Rifiuti organici & maturità biologica della vasca

Questi due concetti vanno di pari passo. Così come il deterioramento della materia vegetale innesca la proliferazione delle alghe, anche i rifiuti organici (siano essi prodotti dai pesci o dalle piante) sono uno dei principali fattori scatenanti delle esplosioni algali. Avere una biofiltrazione efficiente e una vasca matura, porta a una più rapida decomposizione dei rifiuti organici e dell’ammoniaca riducendo al minimo il tempo di innesco delle alghe.

Ciò significa che avere un ambiente che promuove l’attività batterica e quindi consente ai microrganismi di scomporre i prodotti di scarto in modo più rapido ed efficiente, cosa che ha un grande impatto sull’ambiente della vasca. Molti microrganismi consumano anche le alghe direttamente come cibo.

Altro discorso sono le diatomee, che sono comuni nei nuovi allestimenti ma scompaiono una volta che la vasca è maturata senza alcun altro intervento. I principianti vanno nel panico quando vedono le diatomee apparire in una nuova vasca, mentre gli acquariofili esperti si limitano ad aspettare che scompaiano.

 

In questo video, e in molti altri video sul canale, è possibile osservare microrganismi che consumano alghe.

Sostenere il delicato ecosistema microbico

I microrganismi sono delicati e l’uso intensivo di sostanze chimiche aggressive (come gli alghicidi) li danneggia. Ecco perché molti acquariofili rimangono intrappolati nel ciclo infinito di “uccisione delle alghe/nuove alghe/ricerca di nuove cure” senza mai avere la vasca priva di alghe.

Prevenire è meglio che curare: se somministriamo alghicidi, e meglio farlo localmente nelle aree colpite, piuttosto che bombardare l’intera vasca. La maggior parte dei microrganismi trae beneficio dal flusso e da buoni livelli di ossigeno, quindi avere un buon flusso nella vasca è indispensabile.

Buoni livelli di ossigeno possono essere ottenuti sia avendo molte piante che fotosintetizzano sia da un buono scambio gassoso; ciò significa avere la superficie dell‘acqua pulita e un movimento di acqua superficiale ricca di ossigeno verso gli strati più profondi nella vasca.

I microrganismi vivono sulle superfici, comprese quelle delle piante. Avere substrati con un’ampia area superficiale e bioattiva come gli aquasoil, offre un habitat molto migliore per la popolazione batterica rispetto alla ghiaia.

Avere una buona quantità di materiale filtrante consente anche di ospitare ampie comunità batteriche. Per un nuovo acquario, il modo più rapido per insediare la vita batterica è spremere i detriti delle spugne di un filtro maturo.

Utilizziamo skimmer di superficie in tutte le nostre vasche per mantenere pulita la superficie dell’acqua. Gli skimmer aspirano l’acqua di superficie ricca di ossigeno rilasciandola in basso dove viene catturata dall’aspirazione del filtro, questo aiuta i microrganismi aerobici a digerire i rifiuti organici. Sebbene questi acquari siano ben rifiniti e curati, si presta molta attenzione affinché le esigenze estetiche non sconvolgano l’ecologia della vasca.

Affrontare i rifiuti organici

I rifiuti organici disciolti vengono facilmente rimossi tramite cambi d’acqua, mentre un eccesso di melma sul substrato può innescare le alghe. L’idea che il substrato si sporchi è un concetto estremamente strano per i nuovi hobbisti: dopotutto, il terreno non è solo un accumulo di sporcizia? I rifiuti organici accumulati sulla superficie del fondo sono molto diversi dalle sostanze che compongono il fondo stesso. Possiamo capire meglio attraverso l’esempio del compostaggio: molti giardinieri compostano i loro rifiuti di cucina prima di utilizzarli nei loro giardini. Ciò crea un mezzo biologicamente stabile rispetto alle condizioni eccessivamente labili che si verificherebbero aggiungendo direttamente scarti di cucina grezzi al terreno del giardino.

Allo stesso modo, un aquasoil è composto da sostanze organiche modificate e argilla; un aquasoil quindi è molto più stabile, biologicamente parlando, rispetto al materiale di scarto organico non digerito che nel tempo si accumula sulla superficie del substrato.

L‘accumulo di rifiuti organici sul substrato fornisce alcuni nutrienti ma, per contro, è un fattore scatenante significativo per le alghe. È molto più conveniente rimuovere lo strato di rifiuti organici labili e fertilizzare la vasca tramite sali elementari puri, cosa che si traduce in minori inneschi di alghe.

I cambi d’acqua non dovrebbero concentrarsi solo sulla sostituzione dell’acqua della vasca: gli acquariofili dovrebbero anche sfruttare questa opportunità per aspirare i detriti che si accumulano sul substrato. Qui più dettagli su come mantenere a lungo termine i substrati di aquasoil.

Per farlo, si passa il sifone sulla superficie del substrato mentre si fanno sollevare i detriti con una peretta. Per la pulizia settimanale si dovrebbe cercare smuovere solo lo strato superiore del soil. Per maggiori dettagli su come lo facciamo in 2hr Aquarist, vedi qui.
La vasca in questa foto ha circa 2 anni. Cambi d’acqua regolari e abbondanti e sifonaggio regolare dei detriti dal substrato per mantenerlo pulito. Questa vasca funziona con APT Complete e APT Jazz.I lettori più attenti noteranno quanto sia pulito l’aquasoil nonostante l’età della vasca. Questa osservazione può essere applicata alla maggior parte degli acquari che utilizzano livelli di luce molto elevati: se il substrato è molto sporco difficilmente vedrai un acquario con acqua cristallina e privo di alghe.
Un esempio di vasca con poche piante di Dou Mok. Le piante presenti sono tra le più vulnerabili ai problemi di alghe (felci, muschi e anubias). Il fatto che rimangano prive di alghe è una testimonianza dell’elevato standard di manutenzione dell’acquario. Questi progetti sembrano ingannevolmente semplici, ma in realtà richiedono molta competenza per essere gestiti fino alla maturità. Aspirare i detriti dal substrato, rimuovere le foglie morte e in decomposizione e potare la crescita eccessiva sono tutte azioni importanti nella manutenzione della vasca.
Gamberetti, lumache e altra micro-fauna mantengono la vasca pulita abbattendo i detriti organici. Questo sentiero di sabbia con pratini misti ha più di un anno; l’aspirazione quindicinale della superficie lo mantiene pulito.

 

Riepilogo

  • I cambi regolari dell’acqua (30-80% settimanalmente), insieme al sifonaggio degli detriti dal substrato, hanno un enorme impatto sui livelli dei rifiuti organici.

  • Rimozione delle parti vecchie/in decomposizione. Ciò richiede il taglio e il reimpianto della parte superiore delle piante a stelo, scartando le parti inferiori deteriorate. I dettagli qui.

  • Manutenzione del filtro. A seconda del carico biologico, questa operazione potrebbe essere eseguita con una frequenza quindicinale o fino a 3 mesi. Utilizzare un filtro con una camera di pre-filtro facile da rimuovere che non richieda lo smontaggio dell’intero filtro è un modo per semplificare la manutenzione.

  • Mantenere alti livelli di ossigeno nella vasca tramite sufficienti meccanismi di scambio gassoso. Livelli di ossigeno alti sono importanti per l’attività dei microrganismi.

  • Utilizzo di substrati organici/aquasoil o sabbia di dimensioni appropriate (2-3 mm) anziché ghiaia inerte di grandi dimensioni. Una maggiore porosità consente una migliore colonizzazione da parte dei microrganismi.

  • Portata filtrante da 5 a 10 volte il litraggio della vasca. Per esempio filtro 1000l/h su una vasca da 200l.

  • Mantenere i parametri dell’acqua stabili a lungo termine. Ciò significa anche evitare picchi di elementi tossici (metalli pesanti, ad esempio).

  • Per un nuovo acquario, il modo più rapido per insediare la vita batterica è aggiungere melma e/o spremere i detriti delle spugne di un filtro maturo.

Mettendo tutto insieme, FAQs

Hardscape pesante o piantumazione pesante?

Le vasche piantumate per oltre l’80% possono contare sulla dominanza delle piante per migliorare la resistenza alle alghe. In queste vasche si possono usare più luce e fertilizzazione rispetto a quelle poco piantumate. Le specie più esigenti (che richiedono molta luce/fertilizzanti) vengono quasi sempre coltivate in queste vasche. Le vasche con molte piante richiedono molta più manutenzione: potare e ripiantare sono tra le attività che richiedono più tempo nella conduzione a lungo termine di una vasca molto piantumata (tenetene conto! ndt).

Per essere prive di alghe le vasche con molto hardscape devono avere livelli di luce più bassi e una fertilizzazione in colonna più magra. Tuttavia, si possono utilizzare livelli alti di luce/fertilizzanti facendo una manutenzione intensiva: molti aquascaper da contest cambiano l’acqua ogni giorno, il che consente loro di avere alta intensità luminosa su vasche con molto hardscape e poche piante evitando comunque le alghe.

L’aquascaper Matthew Manes coltiva il suo acquario da contest qui sopra usando APT Complete; lo stesso fertilizzante che usiamo nei nostri acquari incentrati sulle piante. Tuttavia, effettuando cambi d’acqua molto regolari, può tenere a bada le alghe nel suo layout incentrato sull’hardscape.

 

Stai usando luce intensa per sole 1 o 2 specie di piante?

A volte aumentiamo i livelli di luce nella vasca solo per poter coltivare 1 o 2 specie schizzinose che richiedono più luce per crescere bene. Ci si dovrebbe chiedere se valga davvero la pena. A volte, aggiungere 1 o 2 specie problematiche aumenta enormemente la manutenzione della vasca.

In questa vasca tutte le piante, eccetto la Rotala blood red sul retro, crescerebbero bene a bassi livelli di luce (<60 µmol di PAR). Abbiamo aumentato i livelli di luce a 120 µmol solo per mantenere il cespuglio di Rotala di un bel colore rosso. Gli steli rossi sono piuttosto essenziali per la progettazione del layout generale in questo caso. Effettuiamo cambi d’acqua più frequenti per mantenere il fronte di sabbia pulito nonostante i livelli di luce più alti.

Cerchi una vasca a bassa manutenzione?

L’acquario più facile da mantenere libero dalle alghe avrà poca luce e sarà completamente piantumato con piante facili e a crescita lenta. Piante a crescita lenta significano anche una minore manutenzione per quanto riguarda la potatura e altri lavori di giardinaggio. Evitate piante a stelo e piante rosse. Un altro approccio è quello di lasciare che sia l’hardscape a creare il design dell’acquario, in modo da non dover prendersi cura di troppe piante.

Questa configurazione a bassa luce nella galleria 2hr Aquarist utilizza specie a crescita lenta come Bucephalandra e Cryptocoryne. Misurando solo 30-40 µmol di PAR a livello del substrato, è un gioco da ragazzi mantenere questa vasca. Il lato positivo è che la vasca ha sempre un aspetto presentabile: non ci sono piante a stelo che richiedono tempo per riprendersi dalla potatura, nessuna attesa per la crescita di un pratino. Bassa manutenzione però non significa nessuna manutenzione: cambio d’acqua e aspirazione dei detriti dal fondo vengono eseguiti settimanalmente. Il fertilizzante in colonna viene dosato un paio di volte a settimana.

L’iniezione di CO2 risolverà tutti i miei problemi?

Molte persone che gestiscono vasche low tech sono eccessivamente ambiziose nella selezione delle piante. Nelle vasche con impostazione low tech, la mancanza di iniezione di CO2 è spesso il problema più grande per molte specie di piante e le piante malate sono una calamìta per le alghe. Essere eccessivamente ambiziosi nella scelta delle piante per vasche low tech, è il motivo principale per cui molte di queste non crescono bene. Sciegliere specie adatte alle vasche low tech migliora notevolmente i tassi di successo quando non si ha l’iniezione di CO2. Si vada a questa pagina per una selezione di piante che crescono bene anche in vasche senza iniezione di CO2.

L’iniezione di CO2 aumenta da 7 a 10 volte i tassi di crescita per la maggior parte delle piante acquatiche . Le piante assorbono più carbonio rispetto a tutti gli altri nutrienti messi insieme. L’iniezione di CO2 consente alle vasche di superare i problemi di alghe. Quando le piante crescono più velocemente, anche all’acquariofilo impara più velocemente, quindi la CO2 non è solo un acceleratore per la crescita delle piante, ma accelera anche il ciclo di apprendimento per gli acquariofili. Tuttavia la CO2 non agisce da sola. Per essere efficace deve essere abbinata a un buon regime di dosaggio dei fertilizzanti e, in definitiva, a una buona manutenzione.

In questa vasca low tech nella galleria 2hr Aquarist, il PAR al substrato misura solo circa 20-30 µmol. Sono state scelte specie vegetali low tech.

 

Ecco i link per ulteriori letture sui seguenti argomenti:

1. Come pulire dalle alghe senza algicidi

2. Come usare gli algicidi per eliminare le alghe

3. Istruzioni dettagliate per l’avvio della vasca

4. Quali nutrienti servono alle piante per crescere?

5. Sezione sulla CO2 per gli acquari di piante

6. Sezione sulla guida per la cura delle piante

7. Per i dettagli sulla lotta ai vari tipi di alghe clicca qui.

8. Passi per la manutenzione degli aquasoil qui.

 


Si ringrazia Dennis Wong per la concessione del permesso a pubblicare la traduzione di questo articolo
Thanks to Mr. Dennis Wong for permission to publish the translation of this article.

Articolo originale: https://www.2hraquarist.com/blogs/algae-control/prevent-algae-growth

Traduzione a cura di: Daniele Soldi – Acquario Chimica e Tecnica


Appendice
(note del traduttore)

L’unità di misura corretta è il PPFD espresso come µmol/m2s. Per semplicità nell’articolo si utilizzano semplicemente i più noti termini “PAR” eµmol”.

Per fare un parallelo il PAR è lo spettro luminoso vegetale al pari dello spettro visibile umano, il PFD corrisponde al lumen (quantità di luce emessa dal corpo illuminante) mentre il PPFD corrisponde al lux (quantità di luce che arriva in un certo punto); per questo nell’articolo si specifica spesso che l’intensità indicata è “a livello del substrato”.

Se volete approfondire:  La luce delle piante.

La misura del PPFD non è facilmente associabile ai valori a cui siamo più abituati, come i Watt/Litro o i lumen. Inoltre un misuratore di PPFD (come quello che si vede in alcune foto di questo articolo) è uno strumento costoso e non alla portata di tutti.

Sicuramente è alla portata di tutti un luxmetro quindi potrebbe essere utile convertire i PPFD in lux.
Purtroppo questa conversione non è possibile se non in modo molto approssimato per il semplice fatto che lo spettro PAR e lo spettro visibile umano sono diversi.

Prendete quindi con le pinze questa tabella che forniamo al solo scopo di avere un’idea di massima di quanta luce sia “30 µmol di PAR” espressa in termini più noti: