Cronaca di una catastrofe.

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Parliamo ancora di alghe.

Eh, si: a volte ritornano. E sono sempre sgradite!
Questa volta l’occasione per parlare di alghe mi è data dal ritrovamento casuale di un vecchio opuscolo di Dennerle (anni 90 del secolo scorso) intitolato: “Problemi con le alghe?”.

Il libercolo riprende i temi cari a Dennerle molto in voga negli anni ’80-’90 (per esempio l’interruzione dell’illuminazione a metà fotoperiodo) ma ampiamente superati dalle più recenti teorie ed esperienze.
Dennerle non è certo l’ultima arrivata ma tenete presente che nei cinque lustri trascorsi moltissime cose sono cambiate (l’uso di fondi allofani, filtri e materiali filtranti più efficaci, diversi parametri di popolazione in funzione delle dimensioni delle vasche, diverso tipo di illuminazione, nuovi e più evoluti fertilizzanti …).
Insomma è stato divertente leggere le strategie dell’epoca ma alla luce della tecnologia e delle esperienze più moderne.

 

Opuscolo Dennerle sulle alghe
(https://dennerle.com/)

 

Una cosa però che non è cambiata è la chimica.
Da questo manualetto voglio proporvi integralmente la parte, ben scritta e ben dettagliata, che descrive la genesi di una invasione algale spiegata passo passo.
Se avete visto il video di Green Acqua sull’argomento alghe (da noi sottotitolato in italiano e che vi invito a vedere a questo link) vi accorgerete che le ragioni principali sono sempre le stesse: eccesso di sostanza organica in decomposizione (scarsa pulizia) ed eccesso di luce in carenza di CO2 e nutrimento minerale per le piante (fertilizzanti).
Ma leggiamo la versione di Dennerle.

 

Problemi con le alghe?

Negli ultimi anni si sono apprese molte nozioni nuove sulle alghe in acquario.
Soprattutto sono cambiati la mentalità e il modo di affrontare il problema.
Oggi si sa: un acquario è un sistema biologico complesso a tal punto da risultare inestricabile.
La modifica di un processo incide su numerosi altri processi, i cui cambiamenti a lora volta si ripercuotono sul primo. Si creano delle “reazioni a catena” automatiche.

Un esempio:

Condizione: acquario vecchio; un po’ di melma sul fondo; il filtro non è stato pulito da parecchio tempo; basso contenuto di CO2; scarsa aggiunta di fertilizzanti.
Una lampada fluorescente di oltre 2 anni e abbastanza consumata. Alcune specie di piante crescono lentamente, ma prosperano comunque molto bene, perché col tempo si è instaurato un “equilibrio biologico”.
Siccome la crescita delle piante è lenta, le sostanze nutritive e la CO2, sono appena sufficienti.
Il pH è stabile su valori leggermente acidi. Anche i pochi pesci sono molto a loro agio.

Modifica: La lampada fluorescente vecchia e consumata viene sostituita con una nuova.

Quali sono le conseguenze?

Conseguenza 1: l’aumento dell’illuminazione stimola la crescita delle piante acquatiche.
Inizialmente la quantità di sostanze nutritive è ancora sufficiente, le piante crescono meglio e producono più ossigeno.

Conseguenza 2: a causa dell’aumentato tasso di ossigeno il ferro nutritivo Fe2 per ossidazione si trasforma molto rapidamente nell’inefficace Fe3.
Si sviluppa una carenza di ferro nutritivo.

Conseguenza 3: i fertilizzanti minerali si consumano prima per via della maggiore crescita delle piante.
Ne risulta una carenza generale di sostanze nutritive.

Conseguenza 4: anche molti oligoelementi e vitamine vengono “decomposti” più rapidamente per via dell’elevato contenuto di ossigeno.
Si crea una carenza di oligoelementi e vitamine.

Conseguenza 5: la CO2 viene consumata molto più rapidamente a causa della maggiore crescita delle piante acquatiche.
Ne risulta una forte carenza di CO2.

Conseguenza 6: per questo motivo sale il valore di pH, ad esempio da 6,5 a 7.5 o più.

Conseguenza 7: a causa del maggiore valore di pH una parte dell’ammonio viene trasformata in ammoniaca.
L’ammonio è un fertilizzante ideale e non è velenoso. Invece l’ammoniaca, anche in piccole quantità, è altamente tossica per pesci e piante.
Se il valore di pH continua a salire, si crea un serio pericolo per i pesci!

Già prima di questo può accadere quanto segue:
alcune specie di piante accumulano ammonio nelle loro foglie per disporre di una riserva di sostanze nutritive.
Anche questo ammonio accumulato viene in parte trasformato in ammoniaca per via del cambiamento del valore di pH.
Conseguenza: queste specie di piante si avvelenano da sole dall’interno.
Il fenomeno delle piante che si decompongono nel giro di una notte (p. es. Cryptocoryne, Limnophila, Rotala e altre) trova qui la sua spiegazione.

Conseguenza 8: per via dell’aumentato tasso di ossigeno si crea un ambiente “ossidante”. Le alghe amano questo ambiente e ora si sviluppano più rapidamente.
Le piante acquatiche, invece, richiedono un ambiente leggermente riducente, altrimenti non crescono.
Le alghe in acquario sono organismi molto primitivi. Esse si adeguano male a nuove condizioni. Ma una volta trovato l’ambiente ideale, prosperano molto bene.

In questo caso: siccome le alghe amano un ambiente ossidante, prosperano particolarmente bene e producono sempre più ossigeno – troppo perché i pesci siano in grado di consumare queste quantità elevate.
Le alghe riescono in breve tempo a portare il tasso di ossigeno a 20-30 mg/l.
AI contrario di quanto si pensa secondo l’opinione corrente, valori così alti sono innaturali anche per i pesci, perché nei luoghi d’origine della maggior parte dei pesci d’acquario il tasso di ossigeno è di appena 2-3 mg/l.

Mediante un elevato contenuto di ossigeno vengono rapidamente distrutti i chelati naturali: l’acqua diventa più “aggressiva”. Il tasso troppo alto di ossigeno distrugge le vitamine e fa in modo che gli oligoelementi “precipitino” e quindi diventino inefficaci!
Sia le piante sia i pesci soffrono della carenza di oligoelementi e di vitamine.
Grazie alle condizioni ideali per le alghe, queste ricoprono sempre più le piante acquatiche. Le piante man mano deperiscono a causa delle condizioni di vita per esse inadeguate.

Da questo elenco (incompleto) delle conseguenze che si possono avere da un’unica modifica (in fondo un miglioramento), si capisce quanto sono intricati tutti i processi in un acquario.

Tutti gli effetti negativi dovuti alla sostituzione della lampada si sarebbero potuti facilmente evitare tramite un leggero aumento dell’aggiunta di CO2. Sarebbe bastata un’occhiata alla ampollina del test permanente di CO2.

 

L’incubo di tutti gli acquariofili!
(foto: dal sito JBL https://www.jbl.de)

 

Ecco qua, bella catena di eventi vero?

Queste cose, come vedete, sono note da una trentina di anni, non sono segreti di stato.
Tutti i siti e i gruppi seri le vanno dicendo da anni.
Il manualetto dal quale è tratto il testo era reperibile (gratuitamente) presso tutti i rivenditori Dennerle.
Com’è possibile che abbiate ancora alghe nel 2019?

Nel caso ipotizzato da Dennerle il fattore scatenante è stato la sostituzione della lampada ma le stesse cose accadono, per esempio, in questi altri casi:

  • passaggio da illuminazione con tubi fluorescenti ad illuminazione a LED;
  • introduzione un nuovo gruppo di pesci;
  • eccessivo aumento estivo della tempertura;
  • inizio utilizzo CO2
  • scarsa manutenzione (vasca e/o filtro) per un perido prolungato;
  • ritardo nella sostituzione della bombola CO2 esaurita;
  • interruzione della fertilizzazione o sovradosaggio;
  • cambio protocollo di fertilizzazione;
  • ecc ….

Tutti questi eventi, se non affrontati come si deve, possono causare una esplosione algale.

Se volete approfondire l’argomento leggete questo ottimo articolo di Davide Farina.

E spero che finalmente sia chiaro a tutti il ruolo FONDAMENTALE delle piante (tante piante) nella prevenzione delle alghe.

Alla prossima alga!

Daniele Soldi

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