Fertilizzare – 2. Un passo avanti.

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Livello 2 – I fertilizzanti con macro

La cronistoria della maggior parte di “prime vasche” è molto spesso questa: inizio con un buon numero di pesci variopinti e poche semplici piante. Molto spesso sono Anubias e Microsorum, le più semplici e adatte a tutti, piante a crescita lenta e poco esigenti. Il negoziante spesso ci fornisce anche un “livello 1” e tutto fila liscio per un po’. Poi compare qualche alghetta e un test dell’acqua rileva un’alta concentrazione di nitrati. Il negoziante, correttamente, ci consiglia l’introduzione di qualche pianta “anti alghe”, piante cosiddette “rapide” in grado di assorbire i nitrati. Le più facili, e quindi molto diffuse, sono la Lymnophila sessiliflora e la Hygrophila polysperma.
Ne introduciamo due-tre vasetti e aspettiamo.
Dopo 15 giorni tutto fila lisco: alghe diminuite, nitrati pure e piante in pieno sviluppo.
Dopo un altro mese … siamo d’accapo: alghe sulle Anubias e sugli arredi e piante rapide ingiallite e spente. Nuovi test rilevano i nitrati a zero!

Cosa  è successo?

Evidente cambio di passo in questa Hygrophila polysperma (prima e dopo l’inizio della fertilizzazione con macro).

Semplice. Nella prima fase la produzione di nitrati come risultato del lavoro del filtro (non consumati dalle piante lente) si sono accumulati in vasca diventando cibo per le alghe. Poi le piante rapide introdotte hanno sottratto nutrimento alle alghe (ma anche alle piante lente). Le prime sono morte mentre le seconde sono sopravvissute sfruttando le loro riserve. Ad un certo punto le piante rapide hanno esaurito tutti i nitrati accumulati e quelli prodotti giornalmente dal filtro (ma anche tutti i fosfati e molti altri elementi) arrestando quindi la loro crescita. In questa situazione di stallo generale, le alghe sono tornate a crescere attaccando per prime le piante lente.
Il disastro è stato provocato dall’aver sottovalutato le necessità delle piante e di averne introdotte in quantità eccessiva rispetto al carico organico della vasca.

Senza arrivare a questi (frequenti) estremi, quando le vostre piante saranno veramente tante e, come è desiderabile, il carico organico della vasca sarà basso, i fertilizzanti universali non saranno più sufficienti. Il campanello d’allarme, come abbiamo visto, saranno i nitrati (NO3) e/o i fosfati (PO4) a zero.

Ma prima di questo noterete che le piante saranno decisamente in sofferenza, rallenteranno la crescita,  avranno un aspetto spento e spunteranno le prime alghe. Le piante a crescita rapida saranno le prime a dare segni di carenza. Tenete presente che una Lymnophila sessiliflora o una Hygrophila polysperma (v. foto a destra) in buona salute e ben alimentate crescono senza problemi anche di un centimetro e più al giorno. È quindi molto facile, osservando queste piante, capire se tutti i nutrienti (soprattutto i macro) sono presenti in quantità sufficienti.

Fertilizzanti con macro

È il momento di pensare a un piano di fertilizzazione un poco più avanzato che comprenda anche la somministrazione di macroelementi (N e P, visto che K è già contenuto nell’universale). Se siete alle prime armi vi consiglio di:
– scegliere prodotti della stessa linea che state già utilizzando per l’universale;
– compatibilmente con i generi di piante che coltivate, preferire i fertilizzanti di fondo a quelli liquidi (meno possibilità di alghe);
– agire sempre gradualmente.

La “prima linea” di questi prodotti sono gli integratori NP o NPK da utilizzare in aggiunta al fertilizzante universale. In particolare possiamo citare:

Ogni prodotto in tabella è linkato alla propria pagina descrittiva sul sito del produttore.
Liquido Tabs
Anubias Supra NP+ Supra in NP+
Equo Florido Tabs

ADA Iron Bottom
Aqua-Art Planta Gainer PRO Macro RED (NPK)
Aqua-Art Planta Gainer PRO Macro GREEN (NPK)
Aqua-Art Planta Gainer Caps
Aquarebell Makro Basic – NPK
Aquarebell Makro Spezial – Licht
Colombo FloraGrow Pro Nutri Caps
Dennerle NPK booster Power Tabs
Dupla Scaper´s Juice N/P 24

GroTech NutriPlant 2 +Nitrate +Phosphate
JBL ProScape NPK Macroelements
Prodibio BioVert Ultimate

Sera Flore 4 Plant
The 2hr Aquarist APT Complete
Jazz

TNC Plugs
Tropica Specialised Nutrition Nutrition Capsules

Vimi Bottom long lasting
Vimi Bottom action

 

Vi ricordo ancora che è indispensabile usare prodotti della stessa casa in quanto sono già bilanciati tra di loro. Mischiare produttori diversi può portare a grossi scompensi (carenze o eccessi). Da questo discorso sono escluse le tabs che, se interrate come si deve, non alterano i valori in colonna.
Per vasche molto piantumate può essere necessario integrare il fertilizzante universale settimanale con un’aggiunta giornaliera: alcuni produttori hanno integratori da dosare giornalmente (Aquaristica Planta Liquid con Planta 24). Stesso discorso per i fertilizzanti mensili integrabili con i loro omologhi settimanali (Equo G30 con G7, Dennerle V30 con Scaper’s Green).
Molti produttori hanno poi a catalogo altri additivi come “carbonio liquido”, supplementi di ferro e micro, attivatori della crescita, aminoacidi, vitamine, biocondizionatori e chi più ne ha più ne metta. A mio modesto parere non sono prodotti indispensabili ma valutate voi caso per caso.

Dosaggio

A livello 2 dovremo avere qualche accortezza in più e dotarci di qualche test per controllare le concentrazioni di NO3, PO4 e magari anche K.
Il margine di manovra è migliore rispetto al livello 1 ma rimane piuttosto basso.

Inizialmente potete regolarvi sul dosaggio come per il livello 1: partire con 1/4 dei dosaggi indicati dal produttore e salire gradualmente osservando la risposta delle piante. Le piante rapide reagiranno nel giro di pochi giorni.

Se, invece, siete un po’ più maniaci del controllo ci sono altri modi che però richiedono l’uso dei test a reagente.
Apro una piccola parentesi: per i nostri scopi i test a striscetta non sono abbastanza precisi e rischiano di farvi combinare disastri: preferite i test a reagente!

Un obiettivo di partenza può essere quello di mantenere i rapporto N:P attorno a 10:1. É una buona regola per favorire le piante rispetto alle alghe (indice di Redfield, Calcolatore ACT).
In caso di forti sbilanciamenti vanno fatti dei cambi d’acqua e vanno rivisti i dosaggi. Se non riuscite a mantenere un equilibrio provate a cambiare prodotto, come già ribadito le ricette dei vari produttori sono le più diverse.
Leggete sempre bene le istruzioni dei prodotti che usate e cercate di capire quali sono le concentrazioni dei macro. Questo vi aiuterà a capire i risultati dei test ed, eventualmente, a scegliere una diversa linea di prodotti più vicina alle esigenze della vostra vasca.
Per chiarire questo concetto: se avete, per esempio, una tendenza ad accumulare i fosfati, scegliete un prodotto che ne contenga meno.
Un altro modo (meno semplice) è quello del controllo biologico: inserire piante più “affamate” di fosfati che aiutino a mantenere un equilibrio.


Controllare il dosaggio

Come abbiamo visto nella prima parte, le dosi indicate sulle confezioni dei fertilizzanti non sono utilizzabili se non come puro riferimento.
Si può stabilire il dosaggio esatto dei fertilizzanti livello 2 con i test a reagente mediante poche misure seguendo una semplice procedura.
Effettuate il normale cambio d’acqua settimanale e poi inserite la dose consigliata dei vostri fertilizzanti livello 1 e 2 (supponiamo un piano di fertilizzazione settimanale).
Normalmente è preferibile fertilizzare al mattino (obbligatorio con i fertilizzanti giornalieri), prima dell’accensione delle luci. Considerate che a luci spente le piante “dormono” mentre a luci accese “mangiano” (ricordate la fotosintesi). Per questa prova fertilizzate alla sera, a luci spente.
Trascorse una, due ore (per dare tempo al fertilizzante di distribuirsi bene in vasca), effettuate i test di NO3 e PO4 e prendete nota dei valori (supponiamo 7 ppm di NO3 e 1 ppm di PO4).
Dopo una settimana ripetete i test PRIMA del cambio d’acqua. Questa volta supponiamo di rilevare 2 ppm di NO3 e 0.2 ppm di PO4. Dalla differenza tra i valori iniziali e questi ultimi possiamo ottenere il “consumo” settimanale di macro. Nel caso del nostro esempio, sarà di 5 ppm a settimana di NO3 e 0.8 ppm di PO4.
Ripetete l’esperimento per 2-3 settimane e avrete il consumo medio della vostra vasca.
A questo punto potrete stabilire se la dose indicata è sufficiente (come nell’esempio fatto) oppure no.
Se a fine settimana trovate tutti i valori a zero dovrete aumentare le dosi. Viceversa se, alla prima settimana trovate un calo leggero e alla seconda settimana rilevate un aumento dei valori, dovrete diminuire il dosaggio.


Facciamo un esempio concreto

Facciamo un esempio con Dennerle NPK-Booster.
Supponiamo di avere una vasca di 100 litri netti con fondo inerte e buona illuminazione (60lm/litro A LED). La vasca è gestita da sei mesi con i fertilizzanti livello 1 di Dennerle (V30, da qualche settimana integrato con Scaper’s Green), ben piantumata, con presenza di piante rapide e con una piccola popolazione di caracidi.
Ipotizziamo che i test rilevino 2 ppm NO3 e 0 ppm PO4, valori troppo bassi per sostenere la crescita delle nostre piante che, infatti, mostrano sofferenze varie. Decidiamo quindi di utilizzare NPK-Booster.
Il produttore dichiara, nel bugiardino, che 10ml di prodotto in 100l d’acqua alzano di 5 ppm il nitrato,  0.2 ppm il fosfato e 1 ppm il potassio.
Nota: il potassio sembra poco ma ricordate che è ben presente nel nostro “livello 1”, in questo caso V30 e Scaper’s Green. Ora capite quanto è importante utilizzare linee di prodotti della stessa marca.
Decidiamo di dosare 20 ml di prodotto.
Dopo 2 ore i test dovrebbero rilevare circa 12 ppm di nitrato (i 10 dosati più i 2 già presenti in vasca) e 0.4 ppm di fosfato.

Dopo una settimana ripetiamo i test e troviamo: 7 ppm di NO3 e 0.2 ppm di PO4. Di conseguenza possiamo dedurre che la nostra vasca consuma settimanalmente circa 5 ppm di nitrato e 0.2 ppm di fosfato. Queste saranno le quantità che dovremo reintegrare settimanalmente. Doseremo quindi 10ml di NPK-Booster a settimana. A questo punto sarà sufficiente una attenta osservazione della vasca e una tornata di test ogni 1-2 mesi per tenere sotto controllo la situazione


Tutto risolto?

Ovviamente sarà molto difficile che il consumo della vostra vasca sia perfettamente adattato alle proporzioni N:P:K del vostro fertilizzante livello 2 come ho ipotizzato nell’esempio.
Se a fine settimana rilevassimo i fosfati a zero saremmo costretti a dosare una quantità maggiore di NPK-Booster ma questo farebbe salire di più anche i nitrati che potrebbero accumularsi. A questo punto dovremmo effettuare cambi d’acqua più cospicui.
I più attenti avranno anche notato che, a fine settimana, il rapporto nitrati:fosfati è ben lontano dall’ideale (35:1 anzichè 10:1) cosa che espone la vasca al pericolo di invasioni di alghe.

Tutto questo non vi deve scoraggiare: fertilizzare a livello 2 si può!
Certo serviranno più attenzione, più voglia di sperimentare, più competenze e un poco più di pazienza e di tempo, ma ne varrà la pena!

Considerazioni finali e un esempio

Prima di concludere con un esempio pratico, è d’obbligo sottolineare alcuni aspetti fondamentali, oltre alla fertilizzazione, per la buona riuscita di un acquario di piante.

  1. Il fondo. Il classico fondo inerte può funzionare, ma non è certamente l’ideale per la coltivazione delle piante. Maggiori dettagli li trovate nel nostro articolo: Tecniche di avvio di un acquario – Il fondo. Anche la procedura da adottare per l’avvio di una vasca ha la sua enorme importanza. Lo scopo è quello di creare un ambiente il più possibile favorevole  alla vita dei pesci e delle piante. Nel secondo articolo sull’avvio vengono illustrate le tecniche più collaudate: Tecniche di avvio di un acquario – Come fare?
  2. L’acqua. L’acqua di rubinetto si può usare, ma il vero salto di qualità si fa con l’acqua di osmosi opportunamente re-mineralizzata. Soprattutto se siete alle prime armi l’uso di acqua di osmosi vi eviterà molte frustrazioni e contribuirà in modo significativo alla corretta fertilizzazione. Anche su questo argomento vi invito a leggere l’articolo dedicato: Acqua di rete o di osmosi?.
  3. L’anidride carbonica. Anche questo elemento fa la differenza tra una vasca con piante così così e una vasca con piante in piena salute. Su questo argomento leggerete presto un nuovo articolo.
  4. La luce. La stragrande maggioranza degli acquari commerciali non ha luce sufficiente per coltivare le piante. L’illuminazione è intesa come strumento per ammirare piante e pesci ma non ha l’intensità sufficiente per promuovere la fotosintesi. Un rapido calcolo per capire se il vostro impianto di illuminazione è adatto alla vita delle piante è questo: in caso di tubi neon la potenza installata non deve essere inferiore a 0.5W/litro, in caso di LED parliamo di 30lumen/litro minimo (circa 0.4W/litro con i LED peggiori e 0.2W/litro con i migliori). L’argomento luce è spesso trascurato e frainteso, vi consiglio la lettura di questo articolo: Luce! – La luce delle piante

La mia esperienza personale è passata attraverso molte tecniche, a partire ovviamente dalle più semplici. La passione per la coltivazione delle piante mi ha spinto a cercare le tecniche più adatte per avere piante al top. Questa strada è stata costellata da insuccessi ma passo dopo passo i risultati sono arrivati. Uno dopo l’altro la scarsa luce del vecchio T8, l’acqua di rubinetto e il fondo in quarzo inerte hanno lasciato il posto a una piccola ma potente plafoniera LED, all’acqua di osmosi remineralizzata e a un substrato fertile posto sotto al mio amato ghiaino di quarzo naturale policromo. Tutti questi elementi, uniti all’utilizzo di CO2, hanno fatto la vera differenza. 


Un piccolo esempio

Dopo tante chiacchiere ecco un piccolo esempio concreto. La vaschetta che segue è stata condotta a livello 1+2 con:
– Dennerle E15, V30, Scaper’s Green, per il livello 1
– Power tabs e NPK booster, per il livello 2
– CO2
– acqua di osmosi remineralizzata con sali Dennerle
– luce LED 8000K, 30W
– fondo semi-inerte Bardula Top Soil.
Di tanto in tanto, per contrastare la carenza di potassio che si nota dall’ingiallimento dei margini fogliari della Lobelia cardinalis (in basso a destra), ho sostituito Scaper’s Green con Sera Florena. Quest’ultimo, rispetto a Scaper’s Green, dosa più potassio e meno ferro. Un semplice aumento della dose di Scaper’s Green avrebbe si aumentato il potassio ma anche il ferro, cosa che avrebbe potuto favorire le alghe.
La vasca contiene alcune piante classificate tra quelle di media difficoltà (Didiplis diandra, Pogostemon erectus, Alternanthera reineckii ‘Mini’) e difficili (Proserpinaca palustris).

Tutte in buona salute e in forte crescita. Mi si perdoni l’accozzaglia (devo ancora affinare il mio senso estetico) e la scarsa qualità della foto.


Qui si  chiude la parte dedicata ai neofiti; se non siete fanatici delle piante probabilmente quanto scritto fino a questo punto è sufficiente per condurre con soddisfazione una normale vasca mediamente piantumata con le “solite” essenze e magari con qualche pianta più complicata.
Se invece desiderate un plantacquario magari con qualche pianta più difficile, la gestione a livello 1 + 2 non basta più.
Per voi c’è il livello 3.

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