Fertilizzare – 1. Le basi.

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Impariamo a fertilizzare

Un segnale che l’acquariofilia italiana sta (lentamente) evolvendo è il sempre crescente interesse nei confronti dei fertilizzanti specifici per acquario.
Fino a pochi anni fa questi prodotti erano esclusiva degli acquariofili più avanzati e appassionati soprattutto di plantacquari. L’appassionato medio non riteneva importante la presenza in vasca di piante vere. Tuttalpiù nell’acquario si potevano trovare piante cosiddette “facili” in grado di vivere con pochissime risorse sia in fatto di luce che di nutrienti.
Da qui la convinzione che i fertilizzanti in acquario fossero inutili se non addiruttura dannosi.
Finalmente sembra che molti appassionati si stiano rendendo conto dell’utilità di una densa piantumazione sia come grande ausilio per l’equilibrio biochimico della vasca, sia come affascinante scenario.

Questa nuova consapevolezza porta a realizzare vasche  sempre più piantumate. Nasce quindi l’esigenza di nutrire una massa vegetale che non può più essere sfamata semplicemente da quello che “avanza” in vasca.
Nel moderare il nostro gruppo Facebook notiamo richieste quasi giornaliere circa la gestione delle piante da parte utenti che lamentano carenze, scarso sviluppo, formazione di alghe.
Questo articolo non vuole essere la guida definitiva ma è dedicato a chi vuole iniziare a nutrire correttamente le piante. Eviteremo quindi di trattare tecniche complesse o che richiedono consolidata esperienza. Non parleremo di PMDD, di Estmative Index (EI), di Perpetual Preservation System (PPS) ma vedremo di imparare l’ABC della nutrizione delle piante. Vedremo anche come scegliere e utilizzare al meglio i prodotti commerciali.
Partiamo quindi con una infarinatura sulle basi della nutrizione vegetale senza entrare troppo nei dettagli. Se volete approfondire alcuni argomenti troverete dei link ad articoli specifici. Per i più curiosi consiglio anche la lettura dell’intervista in tre puntate di Marino Varetto a Fabrizio Lattuca.


Metabolismo vegetale

Fondamentalmente le piante hanno bisogno di tre cose: sali minerali (macro e micro elementi), luce e anidride carbonica.

Se manca fosforo sarà inutile avere tanto azoto e tanta CO2: il barile non potrà essere riempito.

Tutti questi elementi devono essere correttamente bilanciati tra di loro e gestiti con i criteri dettati dalla Legge di Liebig o legge dei minimi. In sostanza questo principio dice che la crescita vegetale sarà limitata dal fattore più scarso anche se gli altri vengono forniti in abbondanza.
Per fare un esempio automobilistico: se manca benzina è perfettamente inutile mettere l’olio, aggiungere liquido dei freni e rabboccare acqua nel radiatore!
Le alghe sembrano sfuggire questa legge, anzi, essendo più versatili delle piante (anche se meno efficienti) riescono a prosperare in situazioni di squilibrio la dove le piante soffrono.


Macro e micro

I fertilizzanti di cui le piante hanno bisogno si dividono in due categorie a seconda delle quantità assorbite.
Nella categoria macroelementi abbiamo due elementi di cui non dobbiamo preoccuparci e sono ossigeno (O) e idrogeno (H) che sono, ovviamente, abbondanti in vasca. Abbiamo poi il carbonio (C) anche esso presente in acqua sotto forma di CO2 ma solitamente in quantità insufficiente per una crescita rigogliosa delle piante. Ci sono poi il calcio (Ca), il magnesio (Mg), lo zolfo (S) e la famosa terna NPK (azoto, fosforo e potassio).
I principali elementi necessari in quantità minime, detti microelementi, sono: boro (B), cloro (Cl), ferro (Fe), nichel (Ni), manganse (Mn), molibdeno (MO), cobalto (Co), rame (Cu) e  zinco (Zn).
Per una trattazione più completa si veda: Le richieste delle piante acquatiche.


Luce

La luce determina la richiesta di nutrienti e CO2. Più luce c’è, più macro, micro e CO2 sono necessari per far crescere le piante. Ovviamente queste cresceranno molto più velocemente sotto una luce intensa.
Questo principio non va mai dimenticato!
La luce è letteralmente l’acceleratore sul quale possiamo agire per regolare la velocità di crescita delle nostre piante.
Tenete presente che quando c’è molta luce, ma non abbastanza nutrienti e CO2, le piante esauriscono in fretta le loro scorte e la crescita si ferma. Quando questo accade, le piante non sono più in grado di combattere la loro silenziosa battaglia contro le alghe le quali si possono nutrire degli elementi residui e dei metabioliti delle stesse piante iniziando a prosperare.

Per ulteriori ragguagli sulla luce si veda: La luce delle piante e Alghe: un po’ di chiarezza.


Anidride carbonica (CO2)

Come già detto l’anidride carbonica è presente in acqua sia attraverso lo scambio gassoso con l’aria che attraverso l’emissione dei batteri. Questa CO2 naturale in genere si attesta tra i 2 e i 5 mg/l. Per una crescita rigogliosa delle piante serve una concentrazione di almeno 15 mg/l e fino a 30-40 mg/l in vasche estreme. Questo vi fa capire che un impianto di iniezione di anidride carbonica, anche se non indispensabile, è di grandissimo aiuto.


Come assorbono?

Un fattore da considerare è la via privilegiata attraverso la quale le piante assorbono i nutrienti.  Abbiamo piante che assorbono prevalentemente attraverso le radici (dal terreno o dall’acqua), piante che assorbono prevalentemente dalle foglie e piante che assorbono sia con le radici che con le foglie. Ovviamente questo condiziona il tipo di fertilizzante che dovremo usare (tabs da fondo o fertilizzanti liquidi). Vi propongo un elenco (non completo) di piante comuni divise in tre categorie in base al tipo di fertilizzazione che dovremo adottare.

A – Assorbimento dalla colonna d’acqua

attraverso le foglie
– Ceratophyllum, Egeria
– tutte le epifite come i muschi e felci (quali Microsorum sp. e Bolbitis)
attraverso le radici
– tutte le galleggianti
attraverso foglie e radici
– Hydrocotyle, Hemianthus callitrichoides, Pogostemon helferi

B – Assorbimento dalla colonna e dal fondo

i generi:
– Alternanthera, Ammania, Anubias, Aponogeton, Blixa
– Bucephalandra, Cabomba, Didiplis, Hygrophila, Limnophila
– Lobelia, Ludwigia, Lysymachia, Mayaca, Myriophyllum
– Potamogeton, Persicaria, Rotala, Staurogyne

C – Assorbimento dal fondo

i generi:
– Cryptocoryne, Vallisneria, Echinodorus, Crinum, Nymphaea, Lilaeopsis

Tenete presente che le vie di assorbimento indicate non sono quasi mai esclusive ma sono da ritenersi come vie preferenziali.


Devo fertilizzare?

Bene, ora che sappiamo cosa serve vediamo come fornirlo alle nostre piante. Iniziamo a capire cosa potrebbe già contenere l’acqua della nostra vasca.


Macroelementi O, H, S, Ca, Mg.

Di ossigeno, idrogeno e carbonio abbiamo già detto.
Partiamo dal macro meno nominato: lo zolfo (S). I solfati sono presenti nei nostri acquedotti ma in quantità variabilissime da zona a zona. I sali per remineralizzare l’acqua di osmosi ne contengono un po’. Tutti i fertilizzanti universali (vedremo più avanti di cosa si tratta) ne contengono, quindi possiamo evitare di preoccuparci.
Calcio e magnesio vanno considerati in coppia perchè dalla loro concentrazione complessiva dipende la durezza totale (il gH). Sono presenti in quantità variabili (spessissimo in eccesso) in tutte le acque italiane ma, come sempre, sia la concentrazione che il rapporto tra Ca e Mg, molto difficilmente saranno quelli adatti ai nostri scopi. Il rapporto ideale tra Ca e Mg è 4:1. Notate che i test del gH ci danno un’idea sommaria della durezza ma non ci danno informazioni sul rapporto tra i due elementi.
Ancora una volta l’acqua di osmosi ci aiuta a superare questa difficoltà permettendoci, all’atto della remineralizzazione, di introdurre le quantità ideali di calcio e magnesio, sia come concentrazione che come rapporto Ca:Mg
(Acqua di rete o di osmosi?).


Macroelementi N, P, K.

Veniamo ora ai tre elementi più importanti, il trio NPK (azoto, fosforo, potassio).
Prima di entrare nel vivo apro una parentesi. Se osservate i normali fertilizzanti vedrete in etichetta i valori NPK. Questo è obbligatorio per legge. I tre valori indicati (per esempio 10-10-10) sono relativi alle percentuali presenti di azoto totale (in qualunque forma), fosforo (espresso come anidride fosforica, P2O5) e potassio (espresso come ossido di potassio, K2O).  Il “10-10-10” in esempio quindi non ha niente a che fare con i valori che noi misuriamo con i normali test (azoto come nitrato NO3, fosforo come fosfato PO4 e potassio puro K). Per la cronaca testando il fertilizzante 10-10-10 (e ammettendo che tutto l’azoto venga ossidato in NO3) i valori misurati con i normali test sarebbero: 44-13-8.
Purtroppo l’indicazione delle percentuali di macro non è obbligatoria per i prodotti per acquario, così non tutti i produttori le indicano. Di seguito i dati di un fertilizzante NPK per acquario che fa eccezione. Correttamente Dennerle indica chiaramente che si tratta di N, P2O5 e K2O.

 

Notate le concentrazioni NPK (1-0.1-1): con questi prodotti è veramente difficile fare disastri.

Ora che abbiamo capito che non possiamo usare i valori NPK indicati sulle confezoni dei prodotti da giardinaggio, vediamo cosa possiamo pensare di trovare già pronto in vasca.
Potassio: vale il solito discorso, non possiamo contare sull’acqua di rubinetto. In più anche la remineralizzazione dell’acqua di osmosi potrebbe portarne poco. Questo è un elemento che dovremo necessariamente aggiungere per evitare carenze.
Azoto e fosforo. Dall’acqua (sia rubinetto che osmosi remineralizzata) ne arriveranno quantità insignificanti. Se la vasca, come purtroppo spesso accade, è sovrapopolata probabimente il ciclo dell’azoto (Biochimica della vasca) fornirà nitrati in abbondanza e questo andrà a far crescere le piante (o, in mancanza di queste, le alghe). Il fosforo è presente nei mangimi per pesci e nelle deiezioni degli stessi. Quindi anche in questo caso una vasca sovraffollata ne fornirà in abbondanza e a goderne saranno le piante (o le alghe). Se invece avete popolato con criterio la vostra vasca e avete piante a crescita veloce sicuramente questi elementi saranno carenti.


Microelementi
.

Se utilizziamo acqua di rubinetto avremo senz’altro diversi micro ma molto difficilmente saranno nelle quantità corrette. Alcuni saranno scarsi o assenti e altri potranno essere in concentrazioni potenzialmente pericolose (cloro e rame ad esempio). L’uso di un fertilizzante a base di micro porterebbe il totale a livelli imprevedibili complicando la situazione.
L’acqua di osmosi è quasi completamente priva di micro quindi il nostro ipotetico fertilizzante porterà le concentrazioni ai livelli ottimali previsti dal produttore.
A voi le conclusioni (Acqua di rete o di osmosi?).
La carenza di micro provoca effetti vari osservabili a livello fogliare (arricciamenti, nanismo, decolorazione, ecc.). Il micro che più facilmente può mancare è il ferro in quanto tende a legarsi con altre sostanze e a precipitare sul fondo diventando indisponibile per le piante.


LIVELLO 1 – I fertilizzanti universali

Dunque, riassumendo:

  • i micro dovremo inserirli per forza, soprattutto il ferro;
  • dovremo preoccuparci poco per il calcio e il magnesio.
  • azoto e fosforo saranno presenti in vasche con molti pesci e poche piante (negli altri casi dovremo aggiungerli);
  • il potassio andrà praticamente sempre aggiunto.

Se leggete attentamente il riassunto ottenete la formula del fertilizzante “perfetto”: potassio, ferro e micro vari, senza azoto e fosforo.
Esiste? Si! Ed è il piu semplice da trovare ovunque, anche sugli scaffali dei supermercati. Questa è la categoria dei fertilizzanti universali.


Fertilizzanti universali

Credo che l’80% degli acquari in circolazione siano così composti: fondo inerte, acqua di rubinetto, tanti pesci e pochissime piante. Evidentemente anche l’industria dei fertilizzanti per acquario la pensa così, tanto che i prodotti più diffusi in circolazione sono proprio i cosiddetti universali. Questi contengono principalmente potassio, ferro, magnesio e micro vari. Tutti vantano  l’assenza di nitrati e fosfati.
Divisi in due tabelle, la prima per i prodotti italiane e la seconda per quelli esteri, in questa categoria troviamo:

 

Ogni prodotto in tabella è linkato alla propria pagina descrittiva sul sito del produttore.
Anubias Supra Basic Anubias Supra Pro AQ Aquaristica Planta Liquid / Planta 24 
Aquili Liquid Fertilizer Askoll Verde Incanto Equo Florido G7
Equo Florido G30
Haquoss D3 SE Consorzio G5 Fertilplus
Oceanlife Essentials Sicce HyperFlora Shg Fertildrops

 

Aqua Medic Ferreal + spureal
Aquarebell Mikro-basic
Colombo Flora Grow
Continuum flora.viv
Dennerle Scaper’s green Dennerle V30
Dupla Plant 24 Easy Life Profito GroTech Nutri Plant 1
JBL Ferropol Nature Fertilizer Oliver Knott Prodac Nutronflora
Prodibio BioVert Prodibio BioVert Plus Sera Florena
Tetra PlantaMin (ex Florapride) The 2HR Aquarist APT Zero TNC Lite
Tropica Premium Nutrition    
Ogni prodotto in tabella è linkato alla propria pagina descrittiva sul sito del produttore.


E la lista è sicuramente incompleta!

Come vedete c’è più che l’imbarazzo della scelta. Ognuno di questi prodotti si diversifica dagli altri per le percentuali dei vari elementi, per la presenza di questo o quel micro elemento secondario, per la presenza di vitamine, aminoacidi, stimolanti, ormoni e chi più ne ha più ne metta.
Anche le modalità di dosaggio sono le più varie: si va dai dosaggi giornalieri del Dupla Plant 24 a quelli mensili di Equo G30 e Dennerle V30.
Quale scegliere? Credo che in questa categoria grosso modo, un prodotto valga l’altro. Se utilizzate acqua di rubinetto alcuni prodotti potranno funzionare meglio di altri a seconda della composizione chimica della vostra acqua.
Personalmente sono per il made in Italy quindi posso consigliarvi i prodotti italiani. Scegliete in base al vostro budget o alla facilità di dosaggio o alla reperibilità. Se non siete soddisfatti dei risultati, prima di dare la colpa al fertilizzante fate un esame di coscienza sulla vostra vasca.
Nell’incertezza acquistate le confezioni più piccole poi, eventualmente, provate un altra marca.
Se avete più di una vasca posso dirvi, per esperienza, che un prodotto che sembra scadente in una vasca può essere eccezionale in un’altra.
Molti produttori di fertilizzanti universali hanno a catalogo anche tabs (compresse da fondo) con le stesse caratteristiche del fertilizzante liquido (è il caso di Aquili Tablets Fertilizer, AQ Aquaristica Planta Tabs, Sera Florenette, Jbl Ferrotabs, Dennerle E15, ecc.).
La decisione se usare o meno queste tabs in aggiunta al fertilizzante liquido va presa in base alle specie di piante che avete in vasca (v. sopra “Come assorbono?”, categorie B e C) e alle indicazioni del produttore.


Dosaggio

Come dosare il nostro fertilizzante?
Su questo abbiamo una certezza: le dosi indicate sulle confezioni di tutti i fertilizzanti non sono corrette.
Si, avete letto bene! Vediamo il perché.
Le dosi sono sempre indicate in funzione del litraggio della vasca.
Per esempio: “dosare 5 ml di prodotto ogni 20l di acqua”.

Se ci pensate sarebbe come dosare mangime per i polli in base alla superficie del pollaio: “500g ogni 10 m2″! Che succederebbe?
Nel mio pollaio di 20 m2 metterei 1 kg di mangime poi, se i miei polli sono 100, probabilmente saranno denutriti e i più deboli si ammaleranno e moriranno.
Se i miei polli sono 3, non riusciranno a mangiare tutto il mangime e verranno passeri e storni a mangiare l’avanzo.
Se non fosse chiaro “passeri e storni” in acquario si traduce come “alghe varie”, con la differenza che quest’ultime non hanno l’abitudine di volare via una volta finito il cibo.
Morale: iniziate sempre a fertilizzare a dosi ridotte (anche 1/4) rispetto a quanto indicato. Aumentate gradualmente e lentamente le dosi ma, se l’osservazione lo suggerisce, non abbiate paura a superare (anche parecchio) i valori indicati. Il produttore non sa quanti polli avete quindi indica dosi medie!
Se state sovra-dosando attenzione alla fase dopo una potatura importante: in questo caso la massa vegetale diminuisce di molto e occorre, di conseguenza, ridurre le dosi dei fertilizzanti.
Imparate ad osservare bene le piante: lo sviluppo di nuove foglie, l’allungarsi dello stelo, la comparsa di macchie, il formarsi di alghe. Sono tutti sintomi che ci parlano della salute delle nostre piante.

Riassumendo: utilizzate le dosi proposte dal produttore come indicazione generale e regolatevi secondo la risposta delle vostre piante.


Frequenza dei dosaggi

La maggioranza dei produttori si orienta sul dosaggio settimanale. Considerate che le dosi settimanali possono sempre essere divise per 7 e somministrate giornamente. Il vantaggio della fertilizzazione giornaliera è di avere sempre in vasca concentrazioni di nutrienti molto basse a tutto vantaggio della stabilità e della resistenza alle alghe.


Cambi d’acqua

Anche il miglior produttore di fertilizzanti non potrà mai indovinare il modo in cui la vostra vasca consuma i nutrienti. Questo comporta che, alla lunga, ogni fertilizzante finirà per produrre accumuli di questa o quella sostanza.
Per evitare l’inconveniente dovremo imitare la natura facendo la stessa cosa che fanno fiumi, torrenti e ruscelli: un buon ricambio d’acqua!
Un cambio settimane minimo del 10% contribuirà ad evitare pericolosi accumuli. Inoltre aiuterà a smaltire le varie sostanze che non vengono metabolizzate dalla flora batterica (per esempio il carbonio organico) e che, spesso, favoriscono lo sviluppo delle alghe.


Riassunto

Bene, in questa prima parte abbiamo visto cosa serve alle piante, quali sostanze vengono generate in vasca, cosa normalmente manca e come sopperire a queste mancanze. Abbiamo anche visto cosa offre il mercato, come e quando dosare i fertilizzanti. Lo scopo di dare un orientamento a chi inizia mi pare raggiunto.

Se invece non siete soddisfati dei risultati ottenuti con i fertilizzanti universali e volete dare più sprint al vostro giardino acquatico, non vi resta che leggere la seconda parte dove vedremo sistemi di fertilizzazione più avanzati.

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