Il guppy, miti e leggende

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Il guppy, miti e leggende

Nome: Poecilia reticulata
Regno: Animalia
Phylum: Cordata
Classe: Actynopterigii
Ordine: Cyprinodontiformes
Famiglia: Poecilidae
Sinonimi: Guppy, lebistes, lebis, pesce milione, Girardinus guppy, Lebistes poecilioides

pH: 6,5-7,8 (ideale: 6,8 – 7,2)
GH: 5-30 °dGH
Temperatura: 21-26 °C (ideale per mantenimento: 24 °C)
Dimensioni massime: 6 cm (femmine), 4.5 cm (maschi)
Alimentazione: onnivoro

Provenienza:

Introduzione

Il guppy è uno dei pesci più conosciuti dagli appassionati, sia per i colori che li contraddistinguono, in grado di catturare l’occhio, sia per l’allegria che essi sono in grado di trasmettere con i loro movimenti continui e la loro coda sinuosa.

Il nome della specie deriva dal greco ποικίλος (poikilo) che vuol dire “variabile” e dal latino reticulata “dalla trama a rete”.

Questo piccolo pesce è spesso consigliato come pesce da primo allestimento, data la sua (ormai relativa) facilità di allevamento, e di conseguenza anche un prezzo al pubblico piuttosto contenuto. Di seguito andremo a considerare quali siano le condizioni migliori per l’allevamento del guppy, data la purtroppo eccessiva leggerezza con cui chi si accosta a questa specie tratta i propri esemplari.

Biotopo ed ecologia

Originario dell’America meridionale e caraibica (Venezuela, Brasile, Perù, Antille Olandesi, Trinidad e Tobago e Antigua e Barbuda), il Poecilia reticulata è stato introdotto agli inizi del 1900 in tutti gli altri continenti allo scopo di predare le larve di zanzara e prevenire la malaria. Al giorno d’oggi, tuttavia, gli areali in cui il guppy  è ancora presente in natura sono molto rari anche a causa della successiva diffusione di un’altra specie, la Gambusia affinis, della stessa famiglia, ma più resistente al freddo e più aggressiva, che ha soppiantato lentamente il guppy dalle aree palustri soprattutto europee.

Il Poecilia reticulata viene generalmente venduto come pesce da principiante a causa della sua adattabilità ad acque dure ed alcaline, valori normali per le acque di rete italiane. Questo è il primo errore che viene compiuto da chi voglia allevare questa specie, non solo dagli appassionati, ma anche da alcuni ufficiali sanitari.

Sebbene il Poecilia reticulata sia allevato in cattività dagli anni ’60 del 1800, gli esemplari selvatici siano ormai più che rari a causa della distruzione e dell’inquinamento dei loro ambienti naturali, e quindi gli esemplari in commercio siano molto diversi da quelli selvatici, c’è una cosa che andrebbe conosciuta e sempre tenuta presente quando si considera l’allevamento della specie: i guppy sono pesci eurialini, ovvero in grado di sopportare con relativa facilità ambienti di diversa acidità e salinità, ma la specie viene ritrovata soprattutto in acque pulite, non dure, scure, e anche molto acide!

Di seguito riportiamo le analisi delle acque di alcuni dei luoghi in cui la specie è presente in grandi quantità. I dati sono stati presi da un articolo di Wolfgang Staeck.

Rio Orinoco (Caño Cocuina, Venenzuela)

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Una fotografia del delta dell’Orinoco. Acqua calda, scura, acida e poverissima di sali

Temperatura dell’Aria: 32 °C
Temperatura dell’Acqua: 30 °C
pH: 6,2
Conducibilità: 30 µS/cm
GH: < 1
KH: < 1

Fiume Suriname (Suriname)

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Il Fiume Suriname, altro posto natio del guppy. Anche qui l’acqua è poverissima di sali e molto acida.

Temperatura dell’Aria: 28 °C
Temperatura dell’Acqua: 26 °C
pH: 4,6
Conducibilità: 20 µS/cm
GH: < 1
KH: < 1

Fiume Essequibo (Isola Kaow, Guyana)

Temperatura dell’Aria: –
Temperatura dell’Acqua: –
pH: 6,3
Conducibilità: 20 µS/cm
GH: < 1
KH: < 1

Fiume Essequibo (Foresta a nord di Bartica, Guyana)

Temperatura dell’Aria: 27 °C
Temperatura dell’Acqua: 24 °C
pH: 6,3
Conducibilità: 10 µS/cm
GH: < 1
KH: < 1

Fiume Demerara (Guyana)

Una splendida vista al tramonto del fiume Demerara, in Guyana. Notare la notevole vegetazione ripuaria, le cui foglie arricchiscono l’acqua polifenoli e rendono l’acqua acida.

Temperatura dell’Aria: –
Temperatura dell’Acqua: 25 °C
pH: 6,8
Conducibilità: 190 µS/cm
GH: 1
KH: 2

Nel fiume Demerara la conducibilità è influenzata probabilmente da alcuni scarichi urbani nelle vicinanze. In questo luogo, i Poecilia reticulata erano gli unici animali presenti in notevoli quantità.

Da quel che abbiamo avuto modo di vedere quindi, non abitano propriamente acque di estuario quasi salmastre, come normalmente viene ritenuto, o almeno non solo quelle. Considerando questo, dunque, siamo ancora sicuri che la sola acqua di rubinetto sia il meglio che possiamo dare ai nostri animali? Anche un pinguino, probabilmente, se prelevato dall’antartico può sopravvivere qualche anno alle nostre latitudini, ma il suo ciclo vitale sarà ancora lo stesso? Crescerà ancora sano, o forse in un habitat più simile al suo naturale incorrerà in un numero minore di malattie?

Lo stesso vale per i guppy: anche se ormai sono riprodotti in batteria in acque dure e di qualità non eccellente, siamo sicuri che queste nuove condizioni siano le migliori possibili per loro?

Molti allevatori professionisti consigliano infatti di tenere i Poecilia reticulata a pH non superiori a 7.3. La International Fancy Guppy Association (IFGA) nelle sue linee guida consiglia infatti pH compresi tra 6.8 e 7.5, con un ideale a 7.0.

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Areale di residenza di Poecilia reticulata selvatici, nel fiume Coropina, nel bacino del Suriname. Da notare la folta vegetazione. Fonte: Wolfgang Staek, 1997

Il biotopo quindi prevede acqua tenera, acida o tendente al neutro, e la presenza di un buon numero di piante, sia sommerse che galleggianti. Allo scopo, oltre alle classiche Anubias, anche delle piante a stelo come Myriophyllum mattogrossense, Limnophyla sessiliflora, Egeria densa, Ceratophyllum demersum, ma anche Echinodorus. Volendo riprodurre il biotopo nella maniera più fedele possibile, comunque, la scelta di elezione comprenderebbe Myriophyllum, Ceratophyllum, Echinodorus ed Egeria.

Fondamentale per preservare la salute della mucosa è inoltre la presenza di polifenoli, intesi come foglie di quercia, castagno, pignette di ontano, legni, cortecce o foglie di catappa, o anche estratti di quercia incolori se si preferisce non ambrare l’acqua.

Chi scrive ha esperienza più che decennale nell’allevamento della specie e può asserire serenamente che la presenza di polifenoli, che agiscono come uno scrub sulla mucosa, favorendone il ricambio, unita ad una dieta varia, diminuisce la probabilità di contrarre malattie circa del 90%.

Non bisogna comunque dimenticare che il Poecilia reticulata è presente comunque in una grande varietà di biotopi, che vanno da quelli appena descritti fino alle zone di estuario in condizioni quasi salmastre. Il pH può quindi variare ampiamente in un range che arriva tranquillamente anche a 9, ma bisogna ben tenere conto che, data la facilità con cui questa specie si riproduce e la facilità con cui tende a sovrappopolare gli acquari in cui è introdotta, un pH elevato aumenta di molto il rischio di produrre ammoniaca, il che si traduce quindi in una lenta intossicazione del pesce, che se pure non dovesse morire soffocato dai suoi stessi scarti, ne risulterebbe comunque debilitato. La presenza di sali e metalli pesanti provenienti dalla rete idrica, inoltre, contribuisce ulteriormente alla debilitazione dell’organismo e allo sviluppo possibile di malattie.

Con ciò si spera di aver sfatato il mito che il guppy sia un pesce di acqua unicamente alcalina: è possibile, anzi, preferibile, allevarlo in acque neutre o subacide, ponendo però particolare attenzione a portarlo in tali condizioni gradualmente: un esemplare nato e cresciuto in acqua dura se posto improvvisamente in acqua acida e povera di sali subirebbe uno shock osmotico che potrebbe risultare fatale.

Descrizione e dimorfismo sessuale

Il Poecilia reticulata è un pesce dal corpo allungato, di differenti colori e livree. La bocca è rivolta verso l’alto e la testa è piccola.

Il guppy domestico è senz’altro  uno dei pesci più facili da sessare in assoluto: i maschi risultano infatti leggermente più piccoli delle femmine (4,5 cm contro 6 di dimensione massima), decisamente più colorati, e con una pinna caudale decisamente più sviluppata. I maschi, inoltre, posseggono il gonopodio, una pinna anale modificata come un piccolo bastoncino che è fondamentale per la riproduzione.

Guppy maschio: 1. Pinna Anale a forma di bastoncino, anche conosciuta come gonopodio 2. Pinna dorsale più grande che negli esemplari femminili 3. Pinna Caudale, o coda. Più grande e decisamente più colorata nei maschi che nelle femmine. 4. Pinna pettorale, anche questa risulta molto spesso colorata solo negli esemplari maschili.

Le femmine, di contro, sono facilmente riconoscibili oltre che per la dimensione, anche dalla sacca ovarica, trasparente, presente nella parte posteriore del ventre, più tondeggiante che nei maschi. Il colore dei maschi è spesso correlato al cromosoma sessuale, quindi le femmine non possono avere decisamente le stesse livree, sebbene negli ultimi decenni un certosino lavoro di selezione abbia prodotto delle femmine decisamente colorate.

Guppy femmina: 1. Pinna anale, a forma di ventaglio 2. Macchia gravidica, o sacca ovarica. Qui sono presenti le uova. 3 Pinna dorsale, più piccola che nei maschi. 4. Pinna caudale, o coda. Meno appariscente, più piccola e meno sinuosa che nei maschi. 5. Pinna pettorale. 6. Pinna pelvica

La differenziazione è netta, anche se meno, negli esemplari selvatici, molto differenti dalla forma domestica frutto di decenni di selezione in cattività.

Guppy selvatici, a destra l’esemplare maschio e a sinistra la femmina. Notare la grande differenza della livrea rispetto alla forma domestica.

Nella forma selvatica il grigio è il colore predominante, sebbene gli esemplari maschi, notevolmente più piccoli delle femmine, presentino una colorazione varia tra il verde, l’arancione e l’azzurro su tutto il corpo. Anche la pinna caudale è notevolmente più piccola e meno drappeggiante, consentendo dei movimenti più rapidi. Le femmine risultano invece interamente grigie. La causa di ciò è evoluzionistica: la femmina, che porta le uova fecondate fino alla schiusura, sarà così in grado di mimetizzarsi al meglio, mentre il maschio, più piccolo e agile sarà in grado di distrarre eventuali predatori, o di fungere anche da vittima sacrificale per salvare la prole.

Alimentazione e mantenimento

In natura si tratta di un pesce prettamente insettivoro, come si può facilmente dedurre dalla bocca, rivolta verso l’alto per trovare più facilmente le prede. Nonostante ciò, però, in assenza di insetti i guppy sono in grado di cibarsi anche di scarti di vegetazione, alghe e biofilm. Gli esemplari nati e cresciuti in cattività per tempi così lunghi, invece, si sono adattati in fretta a qualsiasi mangime in fiocchi o granuli prodotto industrialmente.

Un buon mangime in granuli di piccola dimensione, come il microgranulato SHG o equivalenti, con una discreta quantità di proteine quindi dovrebbe essere la base della dieta. A questo andrebbe associato, una volta a settimana, un supplemento di proteine/vitamine/grassi. Ottimi a tale scopo possono risultare quindi artemie, tubifex e cyclops vive o in umido, o liofilizzate e reidratate con estratto d’aglio miscelato con un integratore di vitamine e amminoacidi.

Uno dei più grandi problemi relativi all’allevamento del Poecilia reticulata è spesso dovuto, oltre alla dieta poco varia, anche alla sovralimentazione: una volta adattati, infatti, gli esemplari scorrazzeranno verso il vetro ogni volta che una figura umana si troverà a passare davanti alla vasca, chiedendo cibo. Farsi impietosire ogni volta vorrà dire alimentarli anche 4-5 volte al giorno: errore più grande non potrà essere compiuto.

Il metabolismo dei guppy infatti, è dipendente dalla temperatura dell’acqua, e anche a 27-28 gradi (temperature consigliate per l’accrescimento e non per il mantenimento del pesce) la somministrazione di cibo non dovrebbe superare una volta al giorno. In una vasca di mantenimento a 24 °C il cibo dovrebbe essere fornito a giorni alterni.

Il motivo è che se alimentati in continuazione, i guppy riempiranno del tutto il loro tratto digerente, espellendo una buona porzione di cibo digerito solo in maniera parziale, ovvero in una forma più facilmente solubile del cibo tal quale, ma ancora ricca di nutrienti inutilizzabili dall’animale.

L’abbondanza di sostanze nutritive in acqua potrà quindi andare ad aumentare la carica batterica dell’acquario, diminuendo la quantità di ossigeno ed aumentando quella di ammonio, indebolendo il pesce, e facendo in modo che alcuni batteri che normalmente svolgono funzioni di distruzione di materiale di scarto, risultando quindi utili, attacchino l’animale debilitato, facendolo ammalare.

La presenza di amminoacidi in eccesso in acqua, inoltre, parrebbe favorire l’insorgenza di alghe nere a pennello, una presenza estremamente comune in acquari popolati da guppy e poecilidi in generale.

Risulta quindi fondamentale nutrire in maniera varia, ma non eccessivamente abbondante. In generale, tutti i pesci d’acquario soffrono molto più facilmente di sovralimentazione e malnutrizione che di denutrizione.

Riproduzione e mantenimento degli avannotti

La riproduzione del Poecilia reticulata è forse la più semplice da effettuare in acquario. In linea generale, presi un maschio ed una femmina e messi nella stessa busta, nel tragitto dal negozio a casa la femmina potrebbe essere stata ingravidata già almeno due volte. Se messo un trio di pionieri (un maschio e due femmine) in un acquario nelle condizioni adatte per la specie, ci si ritroverà presto in difficoltà per lo smaltimento dei giovani esemplari in sovrannumero.

I maschi passeranno il 90% della loro vita a rincorrere le femmine, e il restante tempo alla ricerca di cibo. Per tale motivo sarebbe meglio mantenere il numero di femmine superiore a quello dei maschi, per evitare di stressarle eccessivamente. La riproduzione avviene fianco a fianco, con il maschio che trasmette il seme alla femmina attraverso il gonopodio.

Le femmine portano le uova per circa 28 giorni nella macchia gravidica a 25 °C, mentre a temperature superiori o inferiori i tempi potrebbero restringersi o allungarsi. Gli avannotti vengono quindi espulsi dal ventre della madre dopo la schiusa o in prossimità di essa. Un uovo espulso dalla zona gravidica si schiude in genere prima di arrivare sul fondo dell’acquario. Ogni schiusa produce da 10 a 60 nuovi esemplari.

Spesso capita di leggere domande riguardanti femmine, eventualmente “incinte” e vaticini sui possibili tempi di schiusa, allo scopo di poter eventualmente segregare la femmina in una nursery e attendere lì la schiusa e la crescita degli avannotti. Tale pratica, molto diffusa negli anni ’90 del secolo scorso, è ormai deprecata: le sale parto sono ambienti chiusi in cui l’acqua tende a ristagnare con relativa facilità. In queste condizioni si possono formare delle buone quantità di ammoniaca, che porteranno quindi alla perdita di una buona parte dei neonati.  Facile è anche la malattia della “coda a spillo” nei piccoli segregati in nursery: il pesce diventa inappetente, si poggia sulla pancia sulla superficie del fondo, la coda risulta chiusa, condizione che porta generalmente alla morte dell’animale se questo non viene trattato con degli antibiotici.

Risulta molto più facile, e anche produttivo, lasciare che la femmina schiuda da sè le sue uova in una vasca ricca di vegetazione. L’unico modo di capire se una femmina è prossima alla schiusa, infatti, è controllare se questa tende a nascondersi nella vegetazione e a rifiutare anche il cibo. Gli avannotti resteranno per poche ore adagiati sul fondo dell’acquario ad assorbire il sacco vitellino, il loro primo pasto, per poi iniziare a nuotare indipendentemente, alla ricerca di alghe e microrganismi di cui nutrirsi nascondendosi tra la vegetazione.

In assenza di specie diverse, predatrici, la percentuale di sopravvivenza degli avannotti è prossima all’80%. Gli esemplari adulti infatti mancano completamente dell’istinto genitoriale e potrebbero predare la propria prole.

Anche se una tal cosa potrebbe sembrare cruenta, c’è però da pensare che negli ambienti acquatici un esemplare giovane e debole sarebbe presto predato da un’altro predatore, indebolendo ulteriormente quindi anche i genitori. A tal punto, conviene che gli adulti stessi si nutrano dei giovani esemplari più deboli. Lasciare nella stessa vasca avannotti appena nati e genitori, infatti, aiuterà a selezionare in maniera naturale solo i nuovi nati più forti.

Dopo due settimane i maschi dalla colorazione più scura saranno già individuabili, mentre dopo tre settimane si può già definire con certezza quali avannotti siano maschi e quali femmine, che in genere mostrano un accenno di macchia gravidica già dopo 25 giorni di vita. Dopo 3 mesi circa, le femmine sono pronte a produrre nuovi esemplari.

Le femmine, in più, sono in grado di produrre più schiuse con una singola ingravidazione. Femmine isolate dai maschi per 3 mesi possono infatti continuare a produrre schiuse, e non solo…

Può capitare, anche se di rado, che un acquario disabitato in cui sia morta una femmina possa produrre avannotti nei mesi successivi, se nessun altro pesce mangia le uova non schiuse. Le uova, in sostanza, non hanno bisogno necessariamente di una femmina per diventare avannotti. Normale, in quanto il guppy è un animale a sangue freddo e il compito della macchia gravidica è unicamente quello di proteggere le uova fino alla schiusa, non quella di fornire calore come avviene per gli uccelli o di nutrire gli embrioni, come avviene nei mammiferi.

Comportamento e convivenza con altre specie

Il guppy è un pesce estremamente dinamico, sociale, ma non gregario, che difficilmente se sano si ferma in un punto della vasca, ma preferisce girare alla ricerca di cibo ed altri esemplari. Alcuni studi etologici hanno dimostrato che i maschi preferiscono accompagnarsi ad altri esemplari maschi, possibilmente più brutti, per sembrare più appetibili alle femmine. Anche se questo dato potrà sembrare strano, è corredato da una letteratura scientifica. Non capiterà, comunque, di vedere un banco di guppy nuotare compatto come avviene per i neon o per le rasbore.

Data la selezione artificiale di numerose varietà diverse, il guppy è un pesce molto appariscente non solo per chi è fuori dall’acqua, ma anche e soprattutto per chi vive all’interno. Inoltre, si tratta di un pesce tanto docile quanto indifeso e debilitato dalla selezione artificiale che ingrandendo la pinna caudale lo ha rallentato non poco nei suoi movimenti. In natura il guppy è predato da ciclidi (Aequidens pulcher, Crenicichla alta) ma anche da alcuni killifish che abitano gli stessi areali (Rivulus hartii). Per tal motivo, la convivenza con specie come discus, scalari e ciclidi in generale è da sconsigliare, per evitare predazioni. Stesso dicasi per la convivenza con i caracidi, come i neon, o alcuni Hyphessobrycon che tendono se non a predare direttamente l’animale, potrebbero mordere la coda causando problemi di nuoto e infezioni nella zona del morso.

La convivenza con rasbore potrebbe essere possibile dal punto di vista caratteriale con esemplari adulti, ma si andrebbe ad introdurre nell’acquario un predatore di avannotti. Anche in questo caso, ci sentiamo di sconsigliare l’accostamento.

Da sconsigliare anche la convivenza con Betta splendens, pesce che potrebbe confondere la coda drappeggiante e variopinta dei maschi di guppy con quella di altri maschi della sua specie. Se anche una tal cosa non risultasse in una lotta, porterebbe ad un inutile stress il Betta, che sarebbe quindi debilitato.

Possibile è invece la convivenza con piccoli loricaridi, come Otocynclus, o altre specie da fondo, come Corydoras, ovviamente a patto di mantenere le condizioni dell’acqua, degli arredi e del fondale idonee per la vita di tali specie.

Volendo mantenere una durezza e un pH più alti, invece, è possibile introdurre come animali da fondo delle Caridina japonica, gamberetti relativamente pacifici che non si riproducono normalmente in acquario. La convivenza con altre specie di caridine (come le red cherry) è invece sconsigliabile dato che gli esemplari adulti di caridina tenderanno a stare nascosti per la maggior parte del tempo, e i guppy prederanno senza grossi problemi le caridine neonate.

La convivenza è inoltre possibile anche con altri poecilidi come il molly (Poecilia sphenops), il platy (Xiphophorus maculatus) e il portaspada (Xiphophorus helleri). Da tenere in conto in questo caso, però, è che tutti i poecilidi tendono a riprodursi con grande facilità e l’introduzione di due specie aumenterà il rischio di sovrappopolazione della vasca in minor tempo.

Conclusione

Del Poecilia reticulata si sono scritti decine di libri ed articoli scientifici relativi a biotopo, alimentazione, comportamento, riproduzione e genetica. Speriamo con questa guida di aver fornito la maggior parte delle informazioni di rapido apprendimento e di aver sfatato un po’ dei miti che da tempo sono associati a questa specie, tanto affascinante quanto sottovalutata.

Si ringrazia Andrea Vannini per aver fornito parte del materiale con cui questo articolo è stato prodotto.

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