I semi “cinesi”

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I semi cinesi

Da qualche anno sono disponibili online confezioni di semi che i venditori dichiarano essere di piante acquatiche.
I più onesti si limitano a dichiarare “aquarium plant seeds” (semi di piante da acquario) ma qualcuno si azzarda a dichiarare la specie, di solito Glossostigma elatinoides o Hemianthus callitrichoides.
Le istruzioni d’uso spiegano di seminare su un substrato con acqua fino al livello del substrato stesso e di riempire poi la vasca solo a germinazione avvenuta.
Questa tecnica, con i dovuti distinguo, è grosso modo quello che in ambito acquariofilo, chiamiamo Dry Start Method (Metodo della partenza a secco) o più semplicemente DSM.
Indubbiamente poter disporre di un pratino da seminare seplicemente sul substrato anziché piantare (ad una ad una) centinaia di piantine, è una prospettiva allettante, soprattutto se la vasca da piantumare non è un nano cube.

Le esperienze in merito che si leggono sono positive: la quasi totalità degli appassionati afferma che il pratino cresce folto e sano anche se molti avanzano dubbi sulla reale specie di appartenenza.
È tipico dei social avere notizia dell’inizio di una avventura ma non del seguito: tutti questi prati seminati saranno poi arrivati a maturazione? Avranno dato problemi alle prime potature?

Proviamo

Incuriosito dall’argomento ho acquistato una confezione di questi semi. Sono disponibili in due “misure”: large e small. Ho scelto gli “small” pensando di avere più probabilità di ottenere un vero pratino (una pianta minuta come la Glossostigma non può avere semi molto grandi).
Due parole sul prezzo: se volete ripetere il mio esperimento sappiate che questi semi si possono trovare a cifre tra 1 e 2€ spedizione compresa. Non spendete di più perchè non ne vale la pena.

 

Ecco gli ingredienti del test: semi e soil inerte.

Appena in possesso dei semi, non avendo una vasca a disposizione, ho preparato un bicchierino in plastica con 1 cm di soil inerte. La scelta dell’inerte è stata voluta per poter valutare meglio la crescita anche in condizioni non ideali.

Ho fatto alcuni test per verificare la vitalità dei semi. A temperatura ambiente (19-20°C) i semi impiegano 7-10 giorni per germogliare e la percentuale di piantine nate è inferiore al 20%. A 25°C la situazione migliora e le prime piantine sono visibili già dopo 2-3 giorni con una percentuale di nascite superiore al 50%.

 

 

Vediamo ora i risultati in ordine cronologico.



Nella prima foto i semi a tre giorni dalla semina in DSM in un bicchiere di plastica (fuori vasca).
Nella seconda foto le piantine a una settimana; il bicchiere è stato immerso in una vasca avviata da tempo. Nelle due foto seguenti si vede l’evoluzione a due e tre settimane dalla semina.

Qui a lato una immagine del campione a quattro settimane. Per favorire il riscaldamento dei semi in fase DSM avevo messo uno strato di soil (troppo) sottile. Questo, e la fretta di passare alla coltivazione sommersa, ha impedito alle radici di ancorarsi bene al substrato. Notate le radici che escono dal substrato e una delle piantine già in fuga verso l’alto.

Gli sviluppi

La prima parte dell’esperimento può dirsi completa e i risultati ottenuti sono allineati a quanto visto nel web.
Per fugare ogni dubbio un campione di semi germogliati è stato mantenuto DSM ma le piantine nate non si sono sviluppate e, alla fine sono ingiallite e marcite.
Posso quindi affermare che questi semi sono effettivamente di piante acquatiche o quantomeno che hanno bisogno di essere sommerse nelle prime fasi di vita. A questo punto dell’esperimento, però, è arduo capire di che specie si tratta. Le foto, sottoposte a diversi esperti come foto di Glossostigma E., non hanno convinto nessuno.

Nelle settimane successive, durante le necessarie manutenzioni della vasca, le piantine, malamente ancorate, si sono staccate dal fondo e sono andate a galla.


Ho preso l’occasione per trapiantare le più sviluppate in un’altra vasca a conduzione più spinta.
Per alcuni mesi le piantine non hanno dato segni di miglioramento ne di peggioramento, sembravano in stasi. Qui a sinistra una immagine a quattro mesi dalla semina: poco è cambiato rispetto alla foto precedente.
Si notano i classici forellini da carenza di potassio, caratteristica che, unitamente alla morfologia delle foglie, ricorda una Hygropila polysperma.

La svolta è avvenuta qualche mese dopo ed è stata sorprendente!
Le piantine hanno quasi improvvisamente iniziato una veloce metamorfosi e nel giro di 15-20 giorni, finalmente, hanno svelato la loro natura.
Le prime due foto sono a otto mesi dalla semina, ancora non era chiara la natura della pianta, c’è un certa somiglianza alla Hygropila polysperma anche se le foglie appaiono troppo allungate, soprattutto nella seconda immagine. La terza e quarta foto sono prese a dieci mesi dalla semina: ormai nessun dubbio sulla specie.




 

In effetti si tratta non di una ma di due specie di cui una è sicuramente Hygropila sp. Tiger!
Una pianta affascinante ma non certo un “pratino”!
Più difficile l’identificazione dell’altra pianta nata dagli stessi semi che, evidentemente, non sono monospecifici. La vedete nella foto seguente al centro un po’ coperta da una foglia di H. Tiger. Qualcuno la conosce? Potrebbe essere una Staurogyne?

[Edit: La pianta sembra essere Staurogyne sp. bihar, ex Hygrophila bihar.]


Conclusione

Il fatto che questi semi non rispettino le promesse non mi ha stupito, seguo da molti lustri il giardinaggio subacqueo e questa novità non mi ha mai convinto.
La cosa che mi ha sicuramente stupito è il lunghissimo periodo di quescienza durante il quale queste piante rimangono piccole e, in effetti, molto più simili a una Glossostigma che a una Hygrophila Tiger.
Finisco come ho iniziato: sarebbe bello avere dei semi di Glossostigma o Hemianthus ma, per ora, non li abbiamo.
A meno che non vogliamo fare un bel prato di H. Tiger!


Dimenticavo …

È doveroso, a questo punto, ricordare a tutti noi un paio di questioni importanti:

  1. L’importazione di sementi e piante da paesi terzi senza adeguata certificazione fitosanitaria è un’operazione ai limiti della legalità. Se lo fate sappiate che una eventuale ispezione doganale potrebbe portare, nel migliore dei casi, al sequestro e alla distruzione della merce.
  2. I semi (o le piante da essi derivate e, in genere, qualunque pianta alloctona) non devono MAI essere smaltiti attraverso la fognatura o nei rifiuti indifferenziati. I semi vanno inceneriti o lasciati nella candeggina per qualche giorno. Le piante vanno gettate nell’umido o seccate e incenerite.

Credo che non serva spiegare l’enorme danno ecologico che il rilascio in natura di animali e vegetali alloctoni porvoca ai nostri ecosistemi già indeboliti dall’inquinamento e dalla pressione antropica.

Ringraziamenti

Ringrazio chi ha avuto la pazienza in questi mesi di sopportare le mie richieste di identificazione della specie, fino dai primi germogli. In rigoroso ordine alfabetico:

Giovanni Annoni
Luciano Pozzoni
Marino Varetto

News

Giungono prese di posizione ufficiali a proposito dei semi in questione. La nota azienda danese Triopica Aquarium Plants ha pubblicato sulla sua pagina FB un avviso circa i semi di pratini:

 

Pagina Facebook di Tropica

Tropica (Link.) precisa che non esistono in commercio semi di Glossostigma.


Messa nelle giuste condizioni di luce la nostra Hygrophila Tiger mostra tutto il suo fascino.

Foto: Marco Monticelli

 

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