Il senso dell’Acquario Naturale

Condividi!

Il senso dell’acquario naturale

Che cos’è in realtà e come progettarlo al meglio

 

Il senso dell'acquario naturale

 

Qual è il senso di un acquario che possa dirsi “naturale”? La “visione” o il credo, l’idea, che un acquario possa essere  “naturale” solo se inteso e realizzato senza un filtro, senza manutenzioni è, e resta, una pura utopia; una sorta di virtuosismo, lecito se volete, ma estremamente complicato e che può soltanto essere intrapreso da chi già possiede sapere e capacità.

Inutile girarci intorno: questa è la realtà delle cose. Scegliendo con accuratezza la tecnica, utilizzando un fondo idoneo e preparato, con le piante corrette e pochi animali ed una discreta dose di manualità è di certo fattibile ricreare un ciclo vitale “quasi” a circuito chiuso nei nostri cinque vetri, ma le condizioni a cui sottostare sono molte, pesanti e ben precise, ma questo è, e sarà oggetto di un altro discorso…

Il senso dell’Acquario Naturale: che cos’è

Quindi, bene: abbiamo una vasca, degli arredi, rocce e legni, una discreta quantità di fondo e la tecnica è già pronta per essere utilizzata e montata… cosa ci manca? Cercare di creare un allestimento piacevole alla vista e che ricrei, se possibile, un piccolo verosimile angolo di Natura.

Ricordate, che il Sensei Amano usava dire, “Osservate e studiate la Natura per imparare a riprodurla…”

Non importa se il nostro allestimento sarà un biotopo, un acquario di comunità o un plantacquario, e neppure se vogliamo, che sia una vasca vista in chiave Aquascaping, o qual si voglia vasca noi andremo a fare. Se vogliamo allestire una qualsiasi vasca cerchiamo di farlo bene. Troppo spesso si vedono vasche raffazzonate, affrettate e quasi buttate giù senza una logica, vediamo se riusciamo a fare le cose per bene.

Questo scritto che seguirà, non ha la pretesa di essere un dogma, ma spero che possa aiutarvi a capire e comprendere come allestire un acquario esteticamente piacevole e soprattutto reale.

Tre legni e due rocce possono anche essere sufficienti a creare un ambiente, ma occorre sapere ed imparare a come posizionarle e come sfruttare le regole base geometriche che ormai da secoli scultori, pittori e fotografi utilizzano per dare vita alle loro realizzazioni.

Non vi tedierò in questa fase con Regola Aurea o legge dei terzi, vedrete che ci arriverete da soli seguendo questo percorso, che spero vi possa aiutare a migliorare o quanto meno a vedere e ad affrontare la sfida dell’allestimento con altri occhi.

Cominciamo col chiederci cosa deve avere come deve essere ambientata la nostra vasca per risultare a lavoro finito, piacevole alla vista, deve avere una sua logica prospettiva integrata ad una profondità di visione, il gioco è stupire l’osservatore, e fargli credere che quanto vede in realtà sia molto più grande, più profondo di quanto vede, e soprattutto, reale.

Prospettiva e profondità

Sono solito ripetere che quanto facciamo deve essere ed è fatto sì dalle nostre mani, ma dobbiamo sforzarci di ottenere un risultato dove la mano dell’uomo non si veda.

Quindi come ottenere profondità e prospettiva? Non guardando la vasca solo dal suo frontale, ma cercando di sfruttare le diagonali della stessa in pianta. Quello che stiamo cercando di dire è che se cercheremo di interpretare l’allestimento solo sfruttando il lato lungo della stessa, (e quindi realizzando un allestimento parallelo ai vetri lunghi), vi ritroverete quasi sicuramente con un grande muro.

La visione deve essere spezzata, immaginando di unire idealmente l’angolo superiore e posteriore sinistro, con quello inferiore frontale destro. Affronteremo in seguito il discorso del seguire l’orientamento destra-sinistra, e perché.

Se invece decidessimo di creare per una composizione centrale, che ovviamente va contro al discorso della diagonale, sarà necessario adattarsi a questa situazione, cosa che però in vasche molto piccole (cubetti ad esempio) riesce difficile se non impossibile.

Altra cosa sarà sicuramente cercare di elevarsi con il fondo sui due spigoli posteriori o su uno dei due a scelta. Quando parlo di elevarsi, sappiate che in alcuni casi è possibile anche raggiungere i due terzi dell’altezza della vasca.

Vedremo in seguito, quando parleremo delle tecniche di realizzazione, come dare corpo ed altezza senza appesantire troppo il fondo.

Come ingannare l’occhio dell’osservatore

La prima cosa da fare, quindi, sarà decidere se sviluppare la vasca da sinistra verso destra o per vie centrali.

Una curiosità: sapete perché se voi osservate una vasca con andamento da sinistra verso destra in genere vi risulta immediatamente più piacevole? Si tratta della prima forma di inganno ottico al nostro cervello che viene condizionato dal fatto che noi scriviamo da sinistra verso destra. È sufficiente fare una semplice prova specchiando la foto di un acquario che vi piace al rovescio, in modo cioè che lo si “legga” da destra verso sinistra e credetemi, non vi piacerà più allo stesso modo!

Altro piccolo trucco per aumentare profondità e prospettiva: Immaginate di essere in montagna con la vostra famiglia, e di trovarvi ai piedi del Cervino in un punto panoramico. Mettete in posa un soggetto, con lo sfondo della montagna e provate prima a fotografarlo perfettamente allineato con la montagna stessa: l’immagine risulterà molto schiacciata perché lo sfondo, che per noi è il layout, sovrasterà il soggetto schiacciandolo e lasciandolo senza prospettiva.

Provate ora invece a spostare le cose, mettete cioè nell’inquadratura la montagna leggermente più a sinistra del centro dell’immagine e fate la stessa cosa con il soggetto, ma verso destra e scattate: la foto risulterà immediatamente più prospettica e profonda, ed il nostro cervello comincerà curioso a spaziare sull’immagine, ora osservando lo sfondo ora il soggetto, cercando di vedere oltre al soggetto per capire cosa la sua figura potrebbe nascondere alla vista.

La logica e lo studio del posizionamento degli arredi

Abbiamo il fondo, i legni e le rocce ora dobbiamo cominciare a dare corpo al nostro layout: come fare e da dove cominciare a farlo? Anche in questo occorre fare delle riflessioni, imparando ad osservare dalla natura.

In natura generalmente i legni sono parti di alberi che scalzati e rotti dalle piene vengono trasportati a valle e, tralasciando quelli che si fermano pericolosamente contro le mandole dei ponti, si vanno a spiaggiare in piccole e tranquille anse del fiume. In genere è sufficiente che se ne fermi uno per poi fare da base ad altri, che saranno nel tempo inglobati e consolidati dal riporto di sabbia e ciottoli.

Con il tempo questi agglomerati si riempiranno di vita, perché sui rami cresceranno dei muschi e successivamente delle felci. Queste piccole oasi saranno popolate da batteri, protozoi e fitoplancton, che saranno alla base dell’alimentazione di piccoli crostacei e molluschi, che a loro volta alimenteranno via via gli animali più grandi sino ad arrivare ai nostri pesci che troveranno rifugio tra i rami e le rocce così agglomerate.

Ciò ci suggerisce che in natura tutto è un grande caos, ma un caos ordinato e che segue dei percorsi e delle strade ben determinate e precise, quasi metodiche, e sono queste strade che noi per diventano importanti, e che dovremo cercare di seguire nel nostro lavoro.

La prima cosa da fare è quella di scegliere correttamente i materiali. È sconsigliabile mescolare colori e tipologie, nel senso che se si sceglie un tipo di legno di un certo colore questo deve essere unico per tutti gli altri legni che verranno utilizzati. Stessa cosa la si deve fare per la scelta delle rocce.

Mai e dico mai mescolare due o peggio ancora, più tipologie di rocce diverse e di colore diverso.

I legni

I legni andranno decorticati se già non lo sono e, se si useranno delle essenze raccolte in Natura, in genere se ben secchi questa lavorazione è semplice da farsi. Nello scegliere i vostri legni in natura, facciamo bene attenzione a non raccogliete mai legni verdi, e mai in assoluto se ancora radicanti.

Questa raccomandazione vale sia per il fatto che in molti posti è vietato potare e tagliare alberi e cespugli, ma soprattutto perché si rivelerà un esercizio inutile e pericoloso: i legni verdi sono ancora troppo pieni della loro linfa e di resina, e quindi per noi che li andremo a sommergere, saranno troppo insidiosi e pericolosi a causa della grossa quantità di materiale organico che questi possono scaricare in acqua.

I legni ideali sono nodosi, contorti, ramificati e magari già sbiancati dal sole e ben secchi. Potrete utilizzare rami, tronchi e radici: basta pulirli e lavarli bene. Attenzione, ho detto lavarli e non bollirli.

Io personalmente mi comporto in questo modo: ho una grossa vasca di plastica in terrazzo in cui pongo i legni che vorrò utilizzare a mollo con normale acqua di rete: è l’unico caso in cui utilizzo questa acqua così com’è. Procedo poi a cambiare acqua quasi quotidianamente tenendo a mollo i legni anche per due mesi.

Un consiglio: se decidete di mettere i legni a mollo nei mesi primaverili o estivi, coprite la vasca con una sottile retina tipo zanzariera, altrimenti vostra moglie ed i vostri vicini vi odieranno un po’ per le zanzare che farete schiudere.

Durante i cambi d’acqua potrete cominciare a provare come unire i legni tra loro. Pensate a come farlo utilizzando fascette, viti o fil di ferro , potreste unirli in una composizione gradevole, sempre pensando alla pozza di vita nell’ansa del fiume.

Tagliate, sfoltite, aggiungete particolari magari incollandoli: ne guadagnerete in naturalezza.

Pensate al flusso di corrente

Accostate i rami tra loro pensando alla corrente dell’acqua che li ha modellati, immaginate il flusso dell’acqua che li accarezza e che li ha disposti in quel modo: mai disporre quindi i legni verticali dritti come pali telegrafici, ma sempre inclinati in un verso, possibilmente con inclinazioni diverse tra loro.

Le inclinazioni diverse assumono un significato ancor più importante se la vostra composizione è ad esempio doppia, quasi speculare: la disposizione dei rami delle due “isole” dovrà essere concepita necessariamente affinchè i legni abbiano inclinazioni ed altezze diverse tra loro e se la vostra vasca è aperta, non abbiate paura che le punte escano dalla superficie dell’acqua.

Continuate a pensare al verso della corrente, che sarà poi il senso di corrente che avrete realmente in vasca quando monterete il filtro: è estremamente importante pensare e creare un buon flusso di ricircolo d’acqua, e tutto il layout girerà su questo.

Le rocce

Alcune rocce sono più difficili da scegliere rispetto ad altre: dovrete tener conto di alcune cose e soprattutto, osservare e capire in anticipo come riuscirete a combinarle insieme tenendo in ben conto la loro texture, ovvero le venature e le scanalature presenti sulle rocce. Le rocce di lava non ne avranno, ma ad esempio rocce come le Seiryu decisamente sì, e saranno anche molto marcate.

Anche qui, l’ho già detto ma lo ripeto volentieri, scegliete sempre pietre di colore simile, e cercate di vedere ed immaginare al momento dell’acquisto come potreste accostarle.

Prima di utilizzarle lavatele bene, se potete lasciandole a mollo come i legni, e spazzolatele a fondo, a seconda della loro tipologia. Fate molta attenzione prima di utilizzare disinfettanti o acidi, proprio a seconda della tipologia delle pietre che volete trattare. Per rocce porose e tenere, come ad esempio lava o Dragonstone è meglio non andare oltre il semplice ammollo con dei frequenti cambi di acqua giornalieri, per altre tipologie è possibile anche arrivare ad utilizzare dell’acido muriatico: ad esempio con le Seiryu o con le Yamaya; vedrete che torneranno ad assumere una bella tonalità grigio scuro.

Scegliete pietre di pezzatura diversa: piccole medie e grandi e, se ci riuscite, procuratevi anche alcune manciate di piccoli spezzati, delle briciole, quelli che in genere si chiamano rotti, altrimenti dovrete farveli da voi con pazienza e mazzetta.

In alcuni negozi, non tutti ma in quelli più preparati e forniti, in genere gli spezzati sono disponibili, proprio perché i negozianti li ordinano di volta in volta con le rocce stesse. Sono queste le vere coccole che si apprezzano in un fornitore, la cura dei dettagli, anche in queste cose  semplici.

A questo punto ripensate alla pozza del fiume: potremo inserire le rocce da subito sul fondo, soprattutto se si tratta di pezzi di grandi dimensioni, oppure potremmo aggiungerle mentre si compone la struttura in legno, incastrandole tra i rami: l’idea dovrebbe essere quella di imitare o delle radici di qualche albero ripariale, che si stanno facendo strada tra il fondo sabbioso e roccioso, o semplici rocce che si sono accumulate perché trasportate dalla corrente, che le ha fatte rotolare sino a fermarsi tra i rami.

Gli Iwagumi

Altro piacevole e divertente allestimento è quello studiato con le sole rocce, quello che i giapponesi chiamano Iwagumi. Si tratta di una composizione “zen” che si rifà ai giardini giapponesi, dove abilissimi giardinieri formano piccole isole di sola ghiaia con qualche roccia ben scelta per forma ed altezza.

Non è una composizione semplice da realizzare, in quanto le rocce saranno il solo e vero hard scape dell’intero acquario. In genere vengono aggiunte in numero dispari e con diverse altezze e forma. È indispensabile che questa regola sia seguita, ed in genere viene sviluppata partendo da una ispirazione paesaggistica reale, che si cerca di trasportare nella vasca.

Le rocce dovranno essere ben integrate tra loro e nel fondo, e dare soprattutto l’impressione della loro vecchiaia e stabilità. Cerco di spiegarmi meglio: immaginate di appoggiare una roccia a forma di goccia, cuoriforme, con il suo vertice al fondo: l’impressione che se ne ricaverà sarà quella di una roccia instabile, quasi pericolante. Proviamo ora a capovolgere la pietra, e ad affondarla un pochino nel fondo, questa risulterà invece stabile e massiccia, e soprattutto sembrerà che sia lì da molto tempo, e che non ce l’abbiamo poggiata noi da poco.

Il Fondo

Volutamente salterò a piè pari le tipologie di fondo esistenti e la scelta: questa spetterà a voi, proprio a seconda della tipologia di vasca che andrete ad allestire. Vi parlerò invece di come riuscire ad elevare il fondo in altezza senza rischiare per quanto possibile zone anossiche nello stesso, e senza spendere dei patrimoni in sabbie e terre.

Dovendo appoggiare già da subito delle rocce direttamente sul fondo in vetro, procuratevi un sacchetto di perlon, ed utilizzatelo per formare un leggero materassino tra vetro e roccia: il vostro vetro di fondo, nel tempo, vi ringrazierà.

Volendo elevarsi in altezza, è d’obbligo pensare a formare un fondo che non abbia la possibilità di restare sciolto, senza compattarsi andando a creare zone anossiche e non attraversate costantemente dall’acqua, ma come fare a seconda dei materiali scelti?

Con le terre già più semplice in quanto con gli allofani è possibile salire di spessore senza correre i rischi di cui sopra, ma esiste la possibilità sia di esagerare per quantità, che per costi. Però è possibile creare una base di rocce o di sassi anche non della tipologia che useremo nell’allestimento e che verranno poi coperti dal fondo. Il problema in questo caso però sono gli interstizi tra roccia e roccia ed il mio consiglio è quello di riempirli con dei piccoli ciuffetti di perlon sul quale il fondo si poserà senza andare in profondità.

Altro sistema è quello di utilizzare del materiale inerte, ad esempio del lapillo di grossa granulometria, diciamo di circa 1 o 1,5 cm. Potremmo inserirlo in piccoli sacchetti da filtro o, nel caso non ne avessimo a disposizione, anche dentro delle calze di nylon, che però saranno più fragili dei sacchetti per il filtro. Ma perchè fare ciò? Perché quando si penserà di smontare la vasca sarà più semplice recuperare il materiale per utilizzarlo in un futuro allestimento, ed anche perché in questo modo possiamo dargli una forma: questa cosa ci agevola il posizionamento delle rocce “affioranti”, e fornirà un incredibile supporto biologico per la colonizzazione batterica del fondo stesso.

Un altro modo sempre valido, può essere quello di utilizzare le comuni spugne blu utilizzate nei filtri. Se saranno di recupero e saranno state ben tenute umide ed ossigenate, si comporteranno come delle pietre vive nel marino, altrimenti prendiamole nuove. Con queste possiamo fare e ricreare gradini e salti anche importanti, modellarle sugli spigoli e poi ricoprirle di fondo.

Ancora una raccomandazione: il fondo, qualunque esso sia, va uniformato per spessore e tenuto sempre molto basso immediatamente dietro al vetro frontale. Il fondo non dovrebbe mai superare il cm di spessore ed essere perfettamente rettilineo e parallelo alla base dell’acquario.

Giocare con i materiali

Se vorrete mescolare o spezzare la parte ad esempio di fondo allofano con una sabbia cosmetica, il consiglio è quello di non sovapporre mai i materiali soprattutto sul vetro frontale, perchè il più fine in poco tempo si raccoglierà sul fondo proprio per semplice fisica miscelandosi con il più grande con effetto brutto a vedersi.

Se vorrete creare una netta separazione tra fondo scuro ed una sabbia cosmetica ad esempio, per creare ad esempio stradine e sentieri che ormai sono molto di moda, sappiate che ad esempio potrete delimitare la cosmetica utilizzando dei cartoncini o delle striscette di Kristal, un materiale plastico trasparente ma molto modellabile.

Usando della plastica atossica e trasparente come il Kristal a seconda della vista e dei casi potreste pensare anche di lasciare la plastica in vasca, anche a riempimento avvenuto. Questo aiuterà a costituire una barriera ad esempio al pratino, per non far passare i suoi stoloni verso la sabbia, ma contenendolo alla sola zona fertile.

Nello stesso tempo, se ben regolato in altezza, farà anche da dima guida per le future potature del prato, in quanto andremo a rasare le piante proprio sul filo del Kristal, barriera trasparente che sarà ormai coperto e nascosto dalle piante.

Cosa tenere a mente quando si allestisce un acquario

  • Imparate ad osservare la Natura: riuscirete meglio a riprodurla comprendendo i suoi disegni.
  • Tenete sempre a mente il flusso di corrente, il tanto caro “Nagare” del Maestro Giapponese Sensei Takashi Amano.
  • Non scegliete i materiali a caso, ma ragionateci sopra e cercate di utilizzarli mantenendone un senso logico e naturale.
  • Non abbiate mai fretta: provate un allestimento e poi abbandonatelo per un giorno, il giorno a seguire riguardatelo e cercate di capire se vi convince o meno, apportando le dovute modifiche.
  • Magari fotografate con il cellulare la prova di layout appena fatta prima di modificarla, vi aiuterà eventualmente a ricomporla.
  • Cercate di essere moderati nella quantità di materiali che impiegherete, ma siate selettivi e molto critici nella loro scelta.
  • Popolate con vera moderazione la vostra vasca, il primo passo per un acquario ben condotto e soddisfacente passa proprio da questo punto, tanta vegetazione e pochi animali.

A presto!

NB: Troverete strano quanto stravagante che questo in sé “piccolo” articolo non abbia foto o disegni, ma è da me voluto, non servono immagini per capire, deve essere la vostra immaginazione a lavorare, la vostra fantasia ed il vostro estro a farlo.

Imparate ad osservare la natura, studiate la natura e provate a riprodurla…

 


 

©Copyright 2020 Marino Varetto – Acquarioct.it

Tutti i diritti sono riservati.

I testi sono di proprietà di Marino Varetto ai sensi e per gli effetti della Convenzione Universale del diritto d’autore di Ginevra 1952 e della Legge 22 aprile 1941 nr. 633 modificata dalla Legge 22 maggio 2004 nr. 128.

È vietata la copia e la pubblicazione, anche parziale, del materiale su sito internet e/o su qualunque altro mezzo se non a fronte di esplicita autorizzazione scritta dell’autore e con citazione esplicita della fonte.

Ne è consentita la riproduzione parziale su forum o blog solo se accompagnata da link all’originale della fonte.

Altresì è vietato utilizzare il presente materiale per scopi commerciali di qualunque tipo.

Copyleft: è consentita la stampa e la copia cartacea esclusivamente per uso personale e senza fine di lucro.

Le suddette regole valgono in tutti i paesi del mondo, ogni violazione sarà perseguita a norma di legge.

Eventuali immagini soggette a copyright ed erroneamente pubblicate, verranno immediatamente rimosse su segnalazione del proprietario dei diritti.

Le immagini senza indicazione del fotografo sono da intendersi di proprietà personale dell’autore.

Related posts