Le rocce in acquario

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Utilizzare le rocce in acquario

E va bene, la vasca è pronta ora non resta che allestire…

Si ma come trattiamo le rocce che vogliamo immettere in vasca?

Lavarle, bollirle, disinfettarle con agenti chimici, che fare?

 

 

Rocce porose o estremamente tenere

Partiamo da un presupposto, le rocce non sono fragili o malleabili, quindi non abbiate paura ad aggredirle.

Salvaguardate un minimo quelle più friabili o porose, mentre con le altre non abbiate remore, loro non patiscono.

Un primo metodo, dilaviamole scuotendole e sciacquandolo in acqua corrente, questo vale per rocce tenere o estremamente porose. Per fare esempi, Dragon, Lava o similari.

Lasciamole a bagno per qualche giorno, gli eventuali agglomerati di argilla o di terra si scioglieranno, e sarà facile eliminarli.

Con spazzolini o pennelli cerchiamo di pulire gli anfratti più recessi, e sciacquiamo molto bene con acqua corrente.

Eviterei l’impiego di agenti chimici, in genere in questi casi sono quasi inutili, ed ovviamente parliamo di rocce nuove e mai usate precedentemente in acquario, altrimenti la loro pulizia dovrà essere più profonda.

Considerate che in genere tutto il materiale che ha provenienza extra comunitaria viene trattata in ingresso in autoclave, trattamento che rende ed assicura la massima sterilità, fatto salvo la polvere o quanto eventualmente “ricevuto” nel negozio.

 

Rocce dure e compatte

 

 

Nel caso di rocce dure , quali per fare degli esempi, Seiryu, Unzan, Yamaya e similari, non abbiate paure. Lavaggi con una soluzione di acqua e candeggina, acido muriatico sono all’ordine del giorno, anzi, in molti casi le rocce si presenteranno ancora più belle recuperando il loro caratteristico colore scuro, (Vedi le Seiryu).

Il tutto è semplice da farsi, una vaschetta dell’Ikea in plastica, si versa una certa quantità di acqua a temperatura ambiente e poi si aggiunge l’acido, e mi raccomando, mai acqua nell’acido ma sempre viceversa, a scanso di schizzi, spruzzi ed esalazioni tossiche.

L’acido va sempre aggiunto nel liquido di diluizione in modo che non sviluppi reazioni incontrollate, in pratica lo andiamo a diluire versandolo nel liquido che lo diluirà.

Lasciate le rocce in immersione per qualche tempo, una o due ore e poi estraetele eliminando la soluzione, (meglio eliminarla in un tombino sulla strada che non nell’impianto sanitario di casa), e poi provvedete a sciacquarle facendo scorrere  acqua sulle stesse.

Lasciatele asciugare e poi utilizzatele come volete.

Una raccomandazione che però mi sembra doverosa a scanso di  errori…

Utilizziamo sempre dei guanti classificati anti acido, una semplice mascherina e perchè no, anche un paio di occhiali quando andiamo a fare questi giochini, e sempre con molta calma e pazienza.

Riutilizzare del materiale già utilizzato in acquario

 

 

Quì le cose si fanno un minimo più serie, non tanto per le rocce dure, o compatte, bensì per quelle tenere o estremamente porose.

In questo caso, personalmente evito di utilizzare la candeggina, in quanto provvedere a sciacquarla spesso diventa un minimo complicato. Preferisco l’impiego dell’acido, in quanto sarà più semplice dilavarlo, sarà sufficiente aumentare i tempi di risciacquo e di ammollo delle rocce stesse.

Cosa garantiscono simili trattamenti…

 

 

Niente e nessun materiale organico è in grado di sopravvivere alla candeggina o meglio ancora all’acido muriatico, e qualsiasi sua parte sarà completamente disgregata e resa inoffensiva.

Non ci saranno spore, o resti organici in grado di riformarsi, in pratica le nostre rocce saranno completamente sterili.

Non avremo fatto saltare i nervi alle nostre mogli o compagne, (che di certo non possono veder bene e forse nemmeno se ne spiegano l’utilità), con la bollitura di pietre sul fornello del gas di casa, e saremo doppiamente certi della pulizia delle nostre rocce.

 

Marino Varetto

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