Ossigeno e Piante – Parte 3

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A distanza di un po’ di tempo, ci perdonerete ma l’argomento che andremo ad affrontare è vasto e reperire le informazioni e sintetizzarle è più complicato di quanto possa sembrare, torniamo ad affrontare e chiudere il nostro ciclo di articoli sull’ossigeno in acquario: dopo aver parlato di ossigeno e batteri ed ossigeno ed animali, affrontiamo ora il rapporto che intercorre tra l’ossigeno e le piante

Ossigeno e Piante

Che rapporto c’è tra ossigeno e piante? Facile! Le piante assorbono anidride carbonica, fanno fotosintesi e producono ossigeno. Bene… Ma perchè lo fanno? Tutti i processi biologici hanno uno scopo, volto a produrre energia, distruggere materiale estraneo o tossico, o produrre composti utili a difendere la pianta dai predatori o dalle malattie.

Lo scopo della fotosintesi è il primo, ovvero quello di produrre energia: attraverso una complessa serie di reazioni chimiche l’anidride carbonica assorbita dalla pianta diventerà glucosio, ovvero zucchero, conservato dalle piante sotto forma di amido. Il prodotto nobile della fotosintesi, quindi, non è l’ossigeno, che è un prodotto di scarto, ma il glucosio.

L’ossigeno, quindi, è un prodotto di scarto, e la pianta deve disfarsene?

Riccia
Se le condizioni di luce ed anidride carbonica sono sufficienti, le piante come questa Riccia fluitans producono ossigeno. Nelle condizioni sommerse questo fenomeno si manifesta con l’apparizione di bollicine di gas in prossimità delle foglie.

Beh… si e no. Come abbiamo già avuto modo di parlare in alcuni nostri altri articoli, l’ossigeno, nonostante sia necessario alla vita di molti esseri viventi, può essere anche tossico per gli stessi, per via della formazione di radicali liberi. Per ulteriori informazioni sull’argomento, rimandiamo alla lettura dei nostri articoli su ossigeno e batteri e sull’acqua ossigenata in acquario.

Ma, allo stesso tempo, gli esseri viventi aerobici, categoria che comprende tra i tanti noi umani e anche le piante, che usiamo l’ossigeno per vivere, non possiamo neanche farne a meno. L’ossigeno, infatti, viene trasformato in acqua nel processo in cui distruggiamo lo zucchero.

Se noi immettiamo la quantità necessaria alla nostra vita attraverso i polmoni, la pianta lo produce da sè. Ma, attenzione: anche la pianta respira! Certo, parliamo di un processo diverso dal nostro, e quindi non esattamente immediato: la pianta produce ossigeno in continuazione e con facilità durante il periodo in cui riceve luce, ma costantemente durante tutto le ventiquattro ore lo consumerà anche, per portare avanti il suo metabolismo.

Il metabolismo delle piante non si ferma mai

E qui veniamo ad un nodo cruciale che affligge tutti gli acquariofili: quando devo fertilizzare? Molti di noi appassionati ci siamo posti questa domanda ricevendo le risposte più disparate: di notte, di giorno, mezz’ora prima dell’accensione delle luci, no, mezz’ora dopo, a metà fotoperiodo, di nascosto dal partner alle 2 di notte, a ora di pranzo che hanno più fame…

fotosintesi e fotorespirazione
Durante le ore di luce la pianta, come sappiamo, fa fotosintesi, producendo energia. I processi attraverso i quali assorbe nutrienti e produce le proprie componenti, però, continuano anche di notte, senza produrre ossigeno, ma consumandolo

Beh, quando una domanda ha tante risposte, spesso la verità è una: hanno ragione tutti e non ha ragione nessuno, ed è proprio questo il caso: la pianta non dorme!! Il momento giusto di fertilizzare, semplicemente, non esiste. Alcuni potranno obiettare che dopo alcune ore di luce, le foglie della pianta si chiudono, e questo è vero, ma questo comportamento per la pianta non corrisponde al nostro andare a letto, quanto a “finire di cucinare”.

Se poteste chiedere alla pianta cosa sta facendo chiudendosi a fine giornata vi direbbe:

“Beh, ho prodotto abbastanza zucchero per oggi, non mi serve più luce. Davvero, non saprei dove mettere altro glucosio. Se resto con le foglie aperte rischio che la corrente me le porti via, e la luce in eccesso mi farebbe scottare. Ora ti chiedo scusa, ma ho delle proteine da produrre e devo preparare tutto per riaprirmi domani”.

Spero scuserete questo modo un po’ naif di descrivere il processo, l’autore è sicuro che qualche biotecnologo leggendolo sarà stato portato in ospedale, ma è davvero difficile renderlo semplice in poche parole. La pianta, quindi, chiudendosi smette di produrre ossigeno e zuccheri, ma continua i suoi processi biologici. Processi durante i quali vengono prodotte proteine, pigmenti, e anche nuove foglie. Ma per fare questo, la pianta avrà bisogno di nutrienti anche durante la notte, e non userà solo quelli che ha immagazzinato durante il giorno. 

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